Sta entrando nel vivo la stagione sulla terra battuta del tennis, che è stata una delle prime discipline in cui lo strumento tecnologico è stato messo a disposizione dell’evento sportivo prima ancora che dei giudici di sedia e di linea.
L’occhio di falco, che ha poi dato il nome all’apposita compagnia che lo ha sviluppato in Inghilterra a partire dal 2001 (Hawk-Eye), è infatti un sistema di moviola che riproduce la traiettoria della palla e il percorso che la stessa ha statisticamente seguito (con un errore di soli 3,6 millimetri), divenendo a partire dal 14 ottobre 2005 il primo sistema certificato utilizzato dall’International Tennis Federation, che, in molti casi, negli anni successivi è stato determinante nelle sorti di diversi tornei di tennis.
È stato via via introdotto in tutti i tornei del Grande Slam fatta eccezione per il Roland Garros, principalmente, ma non solo, come vedremo, perché ritenuto non sufficientemente attendibile sulla terra rossa a causa dell’irregolarità e della mutevolezza del terreno, dove rimane comunque la traccia del punto di rimbalzo della pallina che può essere controllato dall’occhio (non di un falco!) ma di un giudice di sedia.
Cionondimeno, la tecnologia si è evoluta anno dopo anno e da un po’ di tempo a questa parte è stato perfezionato per il tennis un nuovo e più affidabile sistema di controllo che non si basa più sulla stima del rimbalzo della pallina (che muove dalle proiezioni della traiettoria), bensì sul suo reale rimbalzo (chiamato “Real Bounce Technology”).
Un sistema messo a punto dalla Foxtenn che utilizza un numero elevatissimo di telecamere ad altissima velocità sincronizzate tra di loro e abbinate a un sistema di scanner laser ad alta velocità, che cattura tutto ciò che accade sul campo da qualsiasi angolazione.
Per avere un metro di paragone, l’occhio di falco impiega soltanto (si fa per dire) 10 telecamere, ognuna delle quali in grado di immortalare 150 frame al secondo, mentre la Real Bounce Technology (l’unica certificata per i tornei su terra battuta) ben 40 telecamere, ciascuna capace di filmare 2500 frame al secondo.
Il tutto viene poi elaborato in maniera tale che il pubblico possa vedere con i propri occhi non più una ricostruzione grafica del probabile punto di impatto, ma il punto esatto in cui la pallina ha realmente colpito terra, che consente al computer di accertare se il rimbalzo è avvenuto dentro o fuori dal campo.
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La Real Bounce Technology è stata introdotta per la prima volta durante l’edizione del 2017 del torneo sul veloce ATP 250 di Metz, per poi fare il suo debutto ufficiale sulla terra battuta (non europea, ma) americana nel torneo WTA di Charleston del 2021.
Un piccolo segreto: per capire se in un torneo viene utilizzata o meno questa nuova tecnologia basterà buttare un occhio alla rete e guardare se in corrispondenza delle linee laterali sono posizionati due parallelepipedi di colore grigio (al cui interno sono collocate alcune telecamere).
In caso positivo, la Real Bounce Technology è attiva.
Tra i Master 1000 questo nuovo sistema è stato finora impiegato soltanto a Madrid sia nell’edizione 2021 che quella conclusasi qualche settimana fa, mentre nello scorso mese di aprile lo avevamo visto all’opera nell’ATP 500 di Barcellona.
Allora, se è così preciso ed affidabile, perché non lo vediamo in tutti i tornei sulla terra battuta, in modo particolare al più celebre, ossia il Roland Garros?
La risposta è semplice: sarebbe praticamente impossibile (oltre che dispendiosissimo) installare un sistema di 40 telecamere (che vengono gestite da 10 computer per ogni campo) ad altissima velocità sui 20 campi in cui si gioca il grande slam parigino: in totale sarebbero necessarie 800 telecamere gestite da 200 computer.
Per il momento, pertanto, a Parigi, è più conveniente affidarsi al controllo visivo dei giudici di sedia e dei giudici di linea, nella speranza che il loro lavoro non venga sostituito in via integrale da un’intelligenza artificiale, che deve rappresentare a mio avviso, un supporto per gli ufficiali di gara, non un sistema per mandarli in pensione!
Tuttavia, quanto accaduto in occasione del sorteggio delle semifinali del Master 1000 di Madrid, lascia presagire il contrario di quanto da me auspicato: la vecchia monetina è stata difatti sostituita da una moneta virtuale con i volti di ciascun giocatore sul recto e sul verso lanciata sul maxischermo dal giudice di sedia per il tramite di un tablet (novità senz’altro gradita allo sponsor…).
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.