In queste settimane si è parlato tanto del nuovo bando per la vendita dei diritti televisivi del Campionato di serie A, della Coppa Italia, della Supercoppa Italiana e del Campionato Primavera per le stagioni ricomprese dalla 2024/2025 alla 2028/29.
E mentre l’attenzione dei media è principalmente focalizzata a comprendere quali potrebbero essere gli eventuali aggiudicatari dei pacchetti, quella del sottoscritto, invece, si è concentrata su di una tematica di cui non si sente parlare, vale a dire le possibili novità che riguardano le produzioni delle singole partite, tenendo in ogni caso conto che, com’è avvenuto per il triennio in corso, le stesse verranno analiticamente disciplinate da un apposito Regolamento che verrà probabilmente pubblicato prima dell’inizio della stagione 2024/2025.
Un regolamento analogo a quello pubblicato il 6 agosto 2021 che venne analizzato in due puntate di questa rubrica (prima parte) (seconda parte) nell’autunno 2021.
Orbene, la parte VIII delle “linee guida” per la “commercializzazione centralizzata dei diritti audiovisivi” per le “stagioni sportive” dal 2024/25 al 2028/29 è stata dedicata alla produzione audiovisiva degli eventi.
La principale (e più interessante) novità è l’eliminazione degli attuali tre standard per la produzione delle partite della Serie A (Standard A, B e C, che, salvo modifiche in corso d’opera, rimarranno anche per la stagione sportiva 2023/2024) in favore di solo due futuri standard produttivi: A e B.
Lo standard A passerà dalle attuali 18 a 20 telecamere, lo standard B invece dalle attuali 16 alle 14, mentre non è più previsto lo standard C per le gare di serie A (quello che attualmente prevede 12 telecamere).
Oltre alle telecamere di cui sopra, ciascuno standard sarà dotato anche delle 2 telecamere per la Goal Line Technology e di una camera tattica.
Di conseguenza, avremo un livellamento verso l’alto del numero di telecamere impiegate per riprendere una partita di calcio della massima serie, venendo difatti garantito un numero mediamente più elevato di mezzi di produzione in un numero sempre più diffuso di incontri.
Peraltro, e a differenza delle precedenti “linee guida”, viene espressamente introdotto uno standard di produzione A+ che verrà impiegato “per gli eventi di Serie A che rivestono particolare rilevanza di carattere sportivo nell’ambito di ciascun turno di gioco o agli effetti della classifica”, nonché “per le semifinali e la finale di Coppa Italia e per la Supercoppa Italiana fino a un massimo di 20 eventi”.
Di conseguenza, al netto delle 5 partite di Coppa Italia e delle 3 di Supercoppa Italiana, 12 potranno essere per ogni stagione, al massimo, gli incontri di campionato prodotti con uno standard A+, ossia “attraverso l’integrazione ed il posizionamento di sistemi di ripresa aggiuntivi idonei ad arricchire e migliorare la qualità̀ del prodotto, anche sulla base delle innovazioni tecnologiche che si rendano disponibili, tenendo conto della conformazione degli impianti sportivi”.
Le partite prodotte con uno standard A+ dovrebbero pertanto rappresentare il fiore all’occhiello delle produzioni audiovisive nel quinquiennio 2024/2029.
Gli standard A e B, inoltre, saranno utilizzati anche per gare di Coppa Italia, competizione in cui sarà presente anche uno standard C, che in comune con quello attuale ha solo il nome, visto che prevede la metà delle telecamere (6), mentre nel solo Campionato Primavera verrà utilizzato anche uno standard D (con sole 3 telecamere).
Rispetto alle “linee guida” prodromiche al bando per l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2021-2024, inoltre, è espressamente prevista la possibilità che la produzione audiovisiva di un evento possa essere realizzata “anche tramite remote production in modalità ibrida (cioè con risorse tecnico/editoriali di personale allocato ed investimenti tecnico-infrastrutturali realizzati presso l’IBC – International Broadcast Center”, codificando, così, anche a livello regolamentare quanto già accade da qualche mese (pure) per le partite di Serie B.
Minor spazio alla produzione audiovisiva, invece, è stato riservato all’interno dell’invito a presentare offerte pubblicato il 19 maggio 2023, invito all’interno del quale sono tuttavia presenti una serie di importanti precisazioni.
È difatti previsto che “nel corso di ciascuna Stagione Sportiva vengono prodotti, a titolo esemplificativo, 76 Eventi secondo lo Standard A e 304 Eventi secondo lo Standard B salvo che la Lega Serie A stessa decida di modificare il numero degli eventi per ciascuno standard previa comunicazione ai Licenziatari”, mentre per un “massimo di 20 Eventi per ciascuna Stagione Sportiva la Lega di Serie A potrà implementare lo standard A attraverso l’integrazione e il posizionamento di sistemi di ripresa aggiuntivi idonei ad arricchire e migliorare la qualità del prodotto anche sulla base delle innovazioni tecnologiche che si rendano disponibili nella Durata” (il cosiddetto standard A+).
Un’occhiata, infine, a quelli che sono i “costi di produzione audiovisiva dei singoli eventi” (si va dai euro 65.000,00 per un match prodotto in Standard A ai euro 7.200,00 per una gara in Standard D), nonché ai “prezzi dei servizi tecnici di integrazione del segnale”, ossia una tabella in cui sono riportati (anche) i singoli costi da pagare per l’utilizzo di particolari mezzi o telecamere integrative (e, quindi, non previste negli standard “base”) richieste dal soggetto che si è aggiudicato il diritto di trasmettere l’incontro.
Forse non tutti sanno che (a dire il vero nemmeno io, prima che un amico di questa rubrica, che ringrazio, me lo spiegasse!) i costi esposti nelle linee guida sono quelli di accesso al segnale di produzione da parte del licenziatario, costi che, pertanto, gli vengono addebitati sulla base del tariffario di cui sopra.
In altre parole, il licenziatario che ha acquisito la titolarità di trasmissione dell’incontro deve pagare anche i costi di accesso al segnale (cioè quelli per la produzione del match), oltre a quelli corrisposti per conseguire il diritto di trasmetterlo.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.