Oggigiorno li vediamo impiegati con maggiore continuità nella ripresa di un numero sempre più elevato di competizioni sportive.
Una modalità di ripresa di cui i lettori di questa rubrica hanno già sentito parlare, grazie ad Alessio Giacomo Farese che ci ha rivelato qualche tempo fa alcuni interessanti dettagli sull’utilizzo del drone nelle riprese degli eventi sportivi.
Per la serie “le chiacchierate con i professionisti che lavorano all’estero”, questa settimana ho avuto la possibilità, prima che, come sempre, il privilegio, di fare quattro chiacchiere con André Theis di Theis Media Gmbh, vale a dire la società tedesca con sede a Wuppertal (una città tedesca situata nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia) che si è occupata delle riprese tramite il drone acrobatico delle gare dei campionati mondiali di sci alpino che si sono tenuti nel mese di febbraio nelle località savoiarde di Courchevel e Meribel.
In realtà, André lavora dal 2007 nel mondo delle produzioni di eventi sportivi, occupandosi di soluzioni speciali Wirless video legate alle riprese degli aerei da corsa per il tramite degli elicotteri, sviluppando i relativi sistemi di ripresa, in modo particolare quelli necessari per la produzione della nota serie mondiale Red Bull Air Race.
Negli ultimi anni si è dedicato sempre con maggiore attenzione allo studio delle riprese degli eventi sportivi in diretta tramite i droni acrobatici, ma non solo.
“Attualmente offro due servizi alla mia clientela: la valutazione e costruzione di speciali soluzioni video wireless nonché la gestione di queste soluzioni con i miei team. I clienti spesso hanno un’idea o una domanda riguardo a compiti speciali di una produzione ed è qui che entro in gioco. Lavoro molto come (e con gli) ingegneri freelance perché sono uno di loro e perché conosco da anni la maggior parte di questi tecnici altamente specializzati. Pensa Wenner che l’anno scorso, da maggio a novembre, ho avuto fino a sei team che lavoravano in tutto il mondo su diversi progetti”.
Il primo evento di caratura internazionale che lo ha portato alle luci della ribalta (e che gli ha permesso, meritatamente, a mio avviso, di riscuotere un successo planetario) è stata la ripresa tramite il drone acrobatico dell’edizione di due anni orsono del trofeo dell’Hahnenkamm, comunemente noto come la discesa libera di Kitzbuhel.
Dopo di che, nei mesi successivi ha lavorato per la produzione di una serie di altre tappe dello sci alpino fino ad approdare qualche settimana fa ai mondiali di Courchevel e Meribel, ove ha partecipato con due squadre di droni acrobatici per fornire immagini dal vivo.
Un impegno, quello di Andrè e del suo team, spalmato su 21 giorni lavorativi, durante i quali sono state impiegate due team di professionisti, ciascuno dei quali composta da tre persone: il pilota del drone, il tecnico, che rivestiva anche il ruolo di spotter (ossia di osservatore) nonché pilota di riserva, e l’ingegnere responsabile delle attrezzature utilizzate per la trasmissione delle immagini, ossia colui deputato al controllo delle impostazioni della telecamera, del trasmettitore, del posizionamento dell’antenna e della connessione all’ob van.
Più precisamente, la squadra A che faceva base a Courchevel era composta da Daniel Ausweger (pilota), Tobias Schleichl (tecnico e osservatore) e, per l’appunto, André Theis (ingegnere tecnico hf e tc), mentre la squadra B che lavorava a Meribel vedeva quali suoi componenti Martin Bochatay (pilota), Thomas Ligonnet (tecnico e spotter), Sebastian Armah (ingegnere tecnico hf).
Le giornate di ogni team iniziavano molto presto perché occorreva raggiungere anzitempo il “posto di lavoro” per verificare il sistema di trasmissione, confrontarsi con la sala regia, effettuare le dovute regolazioni delle telecamere a seconda delle differenti condizioni metereologiche e lanciarsi lungo i vari tracciati ancor prima dell’arrivo degli sciatori.
Il tutto, grazie all’utilizzo di un’attrezzatura appositamente realizzata e assemblata direttamente da André e dal suo staff.
“Ad esempio Wenner”, mi spiega André, “il sistema di telemetria per il controllo della telecamera l’ho predisposto in prima persona, mentre le fotocamere, i portafiltri, i trasmettitori e molte altre componenti del drone vengono da noi modificate. Si tratta in ogni caso di apparecchiature altamente professionali che devono rispettare le regole di sicurezza che vengono giustamente imposte dalle varie federazioni e a cui ci dobbiamo attenere per avere la possibilità di trasmettere in diretta. Dedichiamo molto tempo allo studio in vista del costante rispetto delle varie norme che devono essere seguite da chi pilota un drone”.
Per poter volare in prossimità degli atleti è stato realizzato un drone (chiamato Unser 250 Gramm) con un telaio da soli 5 pollici e di peso inferiore a 250 grammi con installate telecamere e antenne di assoluto livello.
“Pensa Wenner”, prosegue Andrè, “quando abbiamo iniziato a Courchevel, alcuni allenatori erano un po’ preoccupati per l’uso dei droni durante la gara. Tuttavia, con il passare dei giorni e dopo averci visti all’opera si sono ricreduti, presentandosi da noi per chiederci se potevamo fare altre foto degli atleti con i nostri droni”.
Per concludere, non mi resta che chiedere ad Andrè a cosa sta lavorando per il futuro:
“Stiamo lavorando duramente con le emittenti e le organizzazioni per mantenere questo nuovo strumento di trasmissione (live fpv) a lungo termine. Ciò richiederebbe che anche altre compagnie di droni rispettassero sempre le normative europee oltre che quelle di ogni singolo stato. E, naturalmente, ci stiamo preparando in vista dei prossimi progetti a cui stiamo lavorando, ad esempio quelli relativi alla ripresa degli sport motoristici. Penso proprio che, oramai, non vi possa più essere un grande evento sportivo senza che lo stesso non venga ripreso da un drone”.
Danke Andrè!
Ad maiora.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.