Sempre stimolante, a mio modo di vedere, seguire le grandi competizioni internazionali, anche di quegli sport che alle nostre latitudini non sono fra i più seguiti, perché si rinvengono sempre interessanti particolari in ambito produttivo, sia a livello di ripese, che a livello di grafiche.
E così è stato anche per la coppa del mondo di cricket (che entra nel vivo questa settimana con le semifinali che si disputeranno mercoledì e giovedì e la finale di domenica 19 novembre che si giocherà al Narendra Modi Stadium di Ahmedabad, in India, vale a dire il più grande stadio di cricket del mondo con una capacità di 132.000 spettatori), anche se la visione delle partite è stata per il sottoscritto alquanto limitata, sol che si consideri che, purtroppo, in Italia, nessun broadcaster ha deciso di investire per acquistare i diritti per la trasmissione delle partite della massima competizione di quello che è il secondo sport più seguito al mondo che, tuttavia, in Italia conta solo poco più di 3.000 tesserati (oltre, però, a tanti appassionati, tra cui alcuni followers della community di Sport in Media su X, nello specifico Gianchi e Walter, che ringrazio per avermi fornito lo spunto a scrivere questo articolo, oltre a qualche particolare immagine).
Ma non per questo mi sono arreso e ho cercato di rinvenire in rete quanti più filmati possibili dei match disputatisi in India, trovando su youtube (non avendo sottoscritto il ticket su Yupp.tv che mi avrebbe consentito di vedere i match nella loro intierezza, anche perché il tempo è quel che e!) le sintesi di diverse partite dalle quali si sono potuti evincere una serie di dettagli interessanti.
Innanzi tutto, dalla visione degli highlights dei vari incontri è emerso un imponente schieramento di mezzi utilizzati per le riprese di tutte le partite: a differenza dei mondiali di rugby, però, l’ICC (ossia l’International Cricket Council) ha deciso di utilizzare un numero minimo (pressoché costante) di telecamere, ben 35 per ciascun incontro, senza però aumentare in maniera considerevole il numero delle camere a seconda della progressione del torneo (probabilmente anche perché, a differenza dei mondiali di rubgy, le partite a eliminazione diretta erano solo 3).
Tra queste telecamere, presente ormai l’onnipresente drone (messo in onda per la visione dall’alto dell’impianto di gioco, utile anche per la sovraimpressione delle formazioni delle squadre) in abbinamento con la spider cam (che ha consentito al telepcsportdipendente di calarsi, letteralmente, all’interno dell’impianto di gioco, fino a pochi istanti prima dell’inizio delle ostilità).
In India, invece, abbiamo rivisto all’opera la buggycam (che alle nostre latitudini, per ora, non trova un grandissimo spazio, per ora), impegnata, dapprima a seguire l’ingresso in campo delle compagini, dopo di che a girare (non tanto in lungo e in largo per il campo bensì) intorno all’ovale per riprendere in maniera dinamica la palla che esce fuori dal campo, poco importa se rotolando (4 punti) o al volo (in tal caso i punti sono 6).
Notevoli anche le riprese provenienti dalle ultra o super slow motion collocate lateralmente in maniera tale che potesse essere fugato ogni possibile dubbio sull’eventuale eliminazione del fielder (cioè il difensore-portiere) che, raccolta la palla, abbatte il wicket (ovvero la porta) mentre il battitore è fuori dalla propria base (una fase del gioco che, ho imparato, può essere oggetto di rewiew da parte degli arbitri).
E i wicket mi permettono di mettere in rilievo le microcamere collocate alla loro base che ci hanno consentito di avere una visuale decisamente immersiva della corsia (id est: il pitch).
Decisamente interessanti, inoltre, le grafiche messe in onda durante ogni partita, a partire dai banner riepiloganti i dati salienti dell’incontro (una grafica, in generale, questa, su cui si sta lavorando con grande attenzione, al fine di dare la possibilità anche al telepcsportdipendente che cambia canale di poter comprendere in pochi istanti le informazioni rilevanti, oltre che aggiornate, di una determinata partita).
Ma le grafiche più belle che si sono viste sono quelle generate grazie alla realtà aumentata grazie alla quale sono state sovraimpresse le card del singoli giocatori ovvero, tra le altre, tracciata la loro posizione in campo in tempo reale ovvero ancora ricostruita la traiettoria della palla.
La novità più rilevante, tuttavia, è stata la produzione di tutto l’intero torneo anche in formato verticale in maniera tale da rendere il prodotto fruibile al meglio anche a chi lo vedeva attraverso i telefonini (una modalità sempre più diffusa specie fra gli adolescenti).
E ciò è stato possibile grazie all’utilizzo sia di particolari telecamere in grado di fornire un segnale in verticale sia di immagini provenienti dalle classiche telecamere ma ritagliate in tempo reale per essere mandate in onda unitamente a quelle orientate verticalmente, senza che, ovviamente, il telepcsportdipendente se ne potesse accorgere.
Si tratta di un isolato esperimento o di un qualcosa che vedremo anche nelle prossime grandi competizioni internazionali?
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.