C’era tanta attesa per l’edizione numero sedici de la Strade Bianche, valida come terza prova dell’UCI World Tour 2022, ripresa quest’anno per la prima volta dagli operatori di Euro Media Group (EMG), broadcaster mondiale che da poche settimane fa si è garantito anche la produzione dell’edizione numero 125 del Giro d’Italia.
E grazie al mio inviato speciale a Siena Leonardo Bonocore, che ringrazio pubblicamente per la quantità e la qualità di immagini e notizie che mi ha trasmesso dall’arrivo, vediamo come sono state riprese sia la frazione femminile, che quella maschile, che ha visto trionfare il 23enne Tadej Pogačar.
Il cuore della produzione era ubicato in piazza del Mercato, ove era ospitato il TV Compound, vale a dire l’intero comparto tecnologico e di elaborazione del segnale tv, ove arrivavano i segnali provenienti dai vari mezzi di ripresa impiegati.
Per tutta la durata della corsa, a noi telepcsportdipendenti le immagini sono state fornite dalle moto ripresa della società belga Eurolinx (controllata di EMG), che hanno seguito metro dopo metro i partecipanti le gare unitamente all’immancabile elicottero che ci ha permesso di vedere stupendi panorami della campagna senese.
Coloro che hanno seguito la gara maschile nella piattaforma Discovery+ hanno inoltro avuto la possibilità di apprezzare anche un’ulteriore ripresa proveniente questa volta da una telecamera installata in prossimità dello specchietto retrovisore della moto che trasportava Bradley Wiggins in veste di commentatore volante, che veniva così ripreso durante gli interventi.
E veniamo, invece, alle note per me dolenti, rappresentate dalle telecamere presenti all’arrivo: 5 (sole) negli ultimi 250 metri, più precisamente una ai meno 250 metri dal traguardo, una ai meno 100 metri dall’arrivo, una mobile in prossimità del podio e due dopo il traguardo.
Stando così le cose il regista è stato costretto a ricorrere nell’ultimo km delle due gare, quella femminile prima, quella maschile, poi, alle sole immagini provenienti dalle moto ripresa (fatto salvo qualche intermezzo dall’elicottero, che, ovviamente, non poteva fornire immagini dettagliate stante la ristrettezza dell’ultimo tratto di strada del percorso cittadino).
E se in occasione dell’arrivo della corsa femminile le immagini dello strappo di via Santa Caterina sono arrivate dalla moto ripresa che precedeva il duetto Kopecky-Van Vleuten (pur con tutto il rispetto che porto per il preziosissimo lavoro che svolge l’operatore di ripresa, penso che si possa fornire un prodotto migliore a questi livelli, evitando, ad esempio, zoomate e cercando di realizzare immagini più stabili: una tiratina d’orecchie va però anche alla regia, che sul più bello ha staccato sull’inseguitrice Ashleigh Moolman, impedendoci di assistere in diretta alla volata per la vittoria finale), la passerella finale di Tadej Pogačar ci è stata offerta da una (questa volta decisamente) più stabile ripresa alle spalle del talento sloveno, ripresa che, tuttavia, non ha esaltato la ripidità di quel muro dove anno scorso van der Poel fece la differenza.
Personalmente, visto l’importante dispiego di mezzi utilizzato per la ripresa della corsa in movimento, mi aspettavo un qualcosina di più all’arrivo di tappa in termini di telecamere fisse.
Tra l’altro, sempre l’attentissimo Leonardo (unitamente a Nicola Lonardi, che pure ringrazio) mi facevano notare che anche in occasione delle tappe della Tirreno-Adriatico (la cui produzione è affidata sempre a EMG) se, da un lato, nella ripresa della tappa sono impegnate 5 moto ripresa e 2 wescam su altrettanti elicotteri, al traguardo viene utilizzata non la classica telecamera posizionata al centro della strada subito dopo l’arrivo, bensì una fissa posizionata subito dopo il traguardo, ma su di un lato della strada.
Personalmente, lo ritengo un rilevante passo indietro rispetto a un’inquadratura che eravamo abituati a vedere con continuità ormai da vari anni all’arrivo delle corse ciclistiche di questo livello, le cui ragioni fatico tuttavia a comprendere tenendo soprattutto in considerazione le risorse economiche a disposizione del broadcaster cui è affidata la produzione dell’evento, che paiono essere manifestamente sbilanciate in favore dei mezzi impiegati per la ripresa della corsa in movimento a discapito di quelli all’arrivo.
E, la speranza è quella di non vedere più in diretta arrivi come quello che abbiamo visto (si fa per dire) mercoledì scorso al termine della terza tappa della Tirreno-Adriatico, che ci fanno tornare indietro di decenni.
L’auspicio è che si tratti di esperimenti in vista del primo importante banco di prova (la Milano-Sanremo di sabato prossimo) e del successivo Giro d’Italia.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.