Se nella prima parte dell’intervista Omar Voltolini ha avuto la pazienza di spiegarmi come si approccia un regista a una partita della massima serie, nella seconda parte della nostra chiacchierata Omar mi illustra cosa succede in cabina di regia dopo il calcio d’inizio, momento dal quale il livello di concentrazione del regista e dell’assistente alla regia non può mai abbassarsi, nemmeno per una frazione di secondo.
Innanzitutto, Omar mi segnala la differenza fra i due ruoli: l’Assistente alla Regia si coordina con la squadra RVM (quella dedicata ai replay, composta da 4 a 8 professionisti) e ha l’arduo compito di selezionare le immagini migliori per ricostruire l’episodio accaduto in diretta e deve farlo in pochissimi secondi: “Wenner, immagina di essere al minuto 89 di un big match, o di una finale di Coppa Italia, dove hai a disposizione una ventina di telecamere. Il punteggio è in bilico, si verifica un contatto in area di rigore. Nervi possibilmente salvi, innanzitutto. Dopo di che nel giro di pochi istanti devi mantenere la lucidità per scegliere le 2/3 immagini migliori da proporre a milioni di persone che aspettano solamente che tu decida. In questi casi, ti assicuro che la pressione è direttamente proporzionale alla scarica di adrenalina, alla quale, tuttavia, ti affezioni con facilità”.
Il regista, invece, è il vero e proprio direttore d’orchestra, essendo colui che deve prendere ogni singolo strumento e farlo suonare in armonia con tutti gli altri. Come gli ha sempre detto il suo maestro, Popi Bonnici, “un Regista è colui che racconta la partita, per staccare le camere basta il mixer video”.
Questa frase, mi confida Omar, cerca di farla propria ogni qualvolta ha la possibilità di ricoprire il ruolo di regista, che è colui al quale è affidato il delicato compito di raccontare nel modo più esaustivo possibile quanto avviene sul campo, con quella sensibilità propria di chi deve comprendere la situazione, cercando anche di catturare le diverse emozioni che si sviluppano durante l’evento.
L’affiatamento fra il regista e il suo assistente è indispensabile per la buona riuscita del prodotto televisivo che richiede l’impiego di figure con un’elevata professionalità proprio al fine di salvaguardare il prodotto finale: “La neutralità e la trasparenza sono e devono essere alla base del nostro lavoro. È fondamentale raccontare l’evento sia con le immagini live che tramite i replay con la massima cura e rilevanza proprio perché l’attenzione sul tema è altissima e il rischio di ritrovarsi in difficoltà è dietro l’angolo. Il tutto, all’interno di un mondo che muove miliardi di euro a stagione”.
Insomma due ruoli di grande importanza nella complessità di una produzione in diretta che da casa il più delle volte si fa fatica a comprendere: “Proprio per questo motivo mi piacerebbe che ci fosse più informazione generale su come funziona una produzione di una partita di calcio così che gli spettatori a casa si rendano conto dell’impegno che viene profuso da tutto il team che lavora dietro le quinte”.
Non dico niente a Omar, ma questa è davvero musica per le orecchie di chi si è prefissato di scrivere articoli, come questo, che raccontano l’impegno quotidiano di quei (tanti) professionisti che lavorano settimanalmente dietro le quinte di una partita di calcio e che ci permettono di vederla dalla posizione privilegiata del nostro divano di casa, professionisti di cui, però, si sente (purtroppo) troppo poco parlare.
Ogni match muove, difatti, decine e decine di persone, ognuna delle quali, impegnandosi in modo a dir poco egregio, mette il proprio indispensabile tassello per comporre quel mosaico che abbiamo la possibilità di vedere ogni fine settimana: “Se pensiamo, ad esempio, a certe immagini che rimarranno nella storia di questo sport (come lo stacco di Cristiano Ronaldo in Sampdoria-Juventus del 18 dicembre 2019) è proprio grazie alle loro capacità e, tante volte, anche alla loro sensibilità nell’interpretare il momento. Per questo mi sento di ringraziarli ogni volta per aver dato il loro prezioso contributo”.
Il tempo passa velocemente e gli argomenti di cui discorrere sarebbero davvero tanti: chiedo così a Omar di raccontarmi a grandi linee l’evoluzione tecnologica alla quale ha avuto la possibilità di assistere in prima linea: “In questi 6 anni ho potuto assistere con i miei occhi a una vera e propria crescita del Prodotto televisivo della Serie A, grazie soprattutto al lavoro svolto da Popi Bonnici, che ha alzato l’asticella al fine di arrivare a competere, dal punto di vista televisivo, con i Campionati Internazionali più importanti al mondo. Di fatto, rispetto a qualche anno fa, le immagini di una partita risultano molto più fruibili dallo spettatore finale. Si vedono molti meno stacchi sul gioco e molti meno replay, a beneficio della visione e comprensione del gioco”.
“Ogni anno”, prosegue Omar “vengono presentati sistemi nuovi sistemi che ottimizzano e accrescono la qualità dell’immagine, anche se l’attenzione è sempre più rivolta a diverse tecnologie come la Realtà Aumentata per rendere l’esperienza sempre più simile ad un videogioco”.
Omar ha avuto anche la possibilità di lavorare come assistente alla regia alla produzione della Supercoppa Italiana giocata da Juventus e Napoli nel gennaio 2021: “In quella occasione Popi Bonnici è riuscito nell’intento di installare una telecamera che scorreva lungo tutto il lato lungo del campo dando proprio l’effetto ‘videogioco’. Memorabile il gol di Morata sul finale di partita sviluppatosi su contropiede: il replay da quella telecamera è stato il fiore all’occhiello della Produzione, vi consiglio di andarlo a rivedere perché ne vale la pena!”.
Ma non solo: Omar Voltolini è stato pure il regista che ha avuto per la prima volta la possibilità di mostrare in Italia le immagini di una review al VAR, durante Juventus-Cagliari, la partita inaugurale del campionato di calcio di serie A della stagione 2017/18.
Non mi resta, a questo punto, che chiedere a Omar quali pensa possano essere gli sviluppi della sua professione: “Il lavoro che ha realizzato Lega Serie A nella costruzione del Media Hub a Lissone è un chiaro indizio di quello che avverrà in futuro, la regia remotata è, probailmente, il prossimo step che verrà raggiunto. Già oggi in altre discipline (ad esempio per la F1) lo ‘smart working’ è una realtà ma anche nel nostro Calcio ciò avviene già anche se in misura minore. Infatti i Broadcaster hanno la possibilità di ricevere alcuni segnali provenienti dallo stadio in un centro di produzione e da lì effettuare la loro produzione”.
Un percorso, quello verso la regia remotata, senz’altro stimolante, ma con alcune difficoltà, per ora, come mi evidenzia Omar, il quale ci tiene comunque a rimarcare che della componente umana non si potrà (per fortuna o purtroppo) mai fare a meno: “La difficoltà maggiore ovviamente è portare i segnali di tutte le telecamere, da tutti gli stadi, in un unico centro senza perdere qualità e da lì distribuire il tutto verso tutti i takers nazionali e internazionali. In questo scenario la componente umana on-site sarà sempre presente per quanto riguarda gli operatori camere e la tecnica in generale, altro discorso invece potrà essere per gli operatori RVM e la coppia di regia. Certamente questo cambierà il modo di lavorare di noi registi, se pensiamo solo ai rapporti personali con gli altri professionisti coinvolti o l’impossibilità di verificare sul posto certe situazioni che possono rivelarsi più o meno utili. Insomma al momento è un bel punto di domanda ma sono sicuro che la professionalità di tutte le figure che oggi sono presenti sulle produzioni di Lega Serie A saprà dare una risposta positiva e di grande impatto su questo nuovo modo di lavorare”.
Il tempo è volato, gli argomenti che abbiamo toccato in nostre chiacchierate sono stati senza dubbio interessanti.
Omar mi ha fatto conoscere tante cose che immaginavo, ma che non sapevo, facendomi capire che, anche lui, è uno dei tanti che hanno la fortuna e la possibilità di fare un lavoro che amano, nel quale mettono tutta la passione possibile.
“Commencing countdown, engines on.
Check ignition and may God’s love be with you
Ten, Nine, Eight, Seven, Six, FiveFour, Three, Two, One, Liftoff…”
Cantava, così, Dawid Bowie in Space Oddity, uno dei brani preferiti di Omar, che mi saluta, decollando verso una nuova avventura, che consentirà a noi telepcsportdipendenti di assistere dalla privilegiata posizione del nostro divano di casa a un altro avvincente match del campionato di calcio più bello del mondo.
Grazie Omar, ad maiora!