La gara di ritorno della finale dei playoff di Serie B fra Bari e Cagliari è stata l’occasione per vedere all’opera per la prima volta in Italia la SkyJetCam (il nome è strettamente connesso al broadcaster che l’ha utilizzata), vale a dire la camera installata su di un drone che riprendeva la partita dall’interno dello stadio San Nicola di Bari, tramite un’inquadratura laterale, simile a quella di una cable cam.
Esperimento pienamente riuscito, tant’è che durante la prima partita della prima giornata del campionato di calcio cadetto della stagione attualmente in corso, disputatasi, peraltro, sempre a Bari, la SkyJet cam è stata nuovamente utilizzata in modo, a mio modo di vedere, molto “più spinto” rispetto al debutto.
Nella circostanza, difatti, il drone ha goduto di una maggiore libertà nei movimenti, volando non solo in corrispondenza della linea laterale, ma spingendosi pure all’interno del rettangolo verde (accompagnando, difatti, l’ingresso in campo delle due squadre) e muovendosi molte volte fin dietro le due porte anche per riprendere il calcio di rigore sbagliato da Di Mariano, il cui tiro non è passato poi così distante dal luogo in cui stazionava il drone.
In occasione della sua seconda apparizione, quindi, il drone ha (di fatto) fatto le veci non solo della cable cam, ma anche (in taluni casi) della steadycam e della polecam (rectius: un crane o jimmy jib): chissà che in un futuro più o meno prossimo non si decida di utilizzare questa modalità di ripresa per integrare quelle produzioni che non dispongono di queste telecamere, in modo da consentire al regista di avere alcuni punti di vista (mobili) di cui altrimenti non potrebbe disporre.

Tuttavia, come segnalavo qualche settimana fa, il volo del drone all’interno dell’impianto di gioco non è possibile in tutti gli stadi.
Ciò, in quanto questi mezzi di ripresa volanti possono essere impegnati soltanto in gare che si disputano in campi che hanno uno spazio sufficiente (pista d’atletica o un ampio campo per destinazione) per consentire il sorvolo delle relative aree in totale sicurezza (non mi stancherò mai di rimarcare l’elevatissima manualità che l’operatore di ripresa deve avere per effetuare questi tipi di ripresa) e nel rispetto delle normative che disciplinano la materia.
E’ proprio questo, secondo me, il più grande limite per l’utilizzo di questa telecamera.
Ma il Marcantonio Bentegodi di Verona è uno stadio che si prestava a far volare il drone all’interno dell’impianto, tant’è vero che sabato 21 ottobre 2023 il drone è planato anche nella massima serie del campionato di calcio italiano per filmare Verona Napoli dall’interno dell’impianto di gioco.
Ero veramente curioso di vedere come sarebbe stato impiegato al suo debutto nella massima serie, se solo sulla linea laterale o se anche per riprendere altre parti del campo.
E la mia curiosità è stata ampiamente saziata, dato che il suo utilizzo nella gara andata in scena nella città bagnata dall’Adige è stato simile alla sua seconda apparizione in Serie B: ha, di fatto, accompagnato in campo i giocatori, si è mosso in prossimità della linea laterale, e, soprattutto, lo abbiamo visto in onda (in diretta) anche per spingersi dal punto parallelo a quello in cui si sarebbe battuto un calcio di punizione fino al retro della porta.

Si presta, pertanto, a mio avviso a essere l’occhio mobile del regista, capace di cogliere quelle prospettive che una telecamera fissa non può per ovvie ragioni fornire (com’è per l’appunto capitato per vedere, da vicino, ciò che accadeva dopo il secondo gol del Napoli).

L’unico aspetto su cui penso si possa lavorare è quello legato alla ricerca di una maggiore omogeneità con i colori e i contrasti delle altre camere, anche se mi rendo conto non sia semplice vista la camera presente su questi tipi di drone.
Dubito, tuttavia, che quello di sabato abbia rappresentato un esperimento isolato, ritenendo viceversa possibile un impiego con maggiore continuità del drone all’interno dell’impianto di gioco fin dalle prossime settimane, ovviamente soltanto in quegli stadi in cui ci sono le condizioni per poterlo far volare.
Va inoltre posto in rilievo come, a quanto mi consta, questo tipo di ripresa non sia presente nelle produzioni televisive degli altri campionati di calcio europei, nei quali il drone viene utilizzato (mi viene in mente in Spagna, Inghilterra e Portogallo, ad esempio) in quella modalità che conosciamo da tempo anche alle nostre latitudini, vale a dire per riprendere dall’esterno gli impianti sportivi dove si disputano gli incontri.
Per ora, questa ripresa rappresenta la principale novità di questa stagione nelle produzioni italiane delle gare della massima serie: la principale, ma non l’unica, poiché quest’anno in alcune gare (quelle rientranti nello Standard B) abbiamo (ri)visto (a quanto pare a scapito della beauty) all’opera la NetCam, ossia una microcamera posizionata all’interno di una delle due reti, con cui in Italia abbiamo iniziato a familiarizzare in occasione dei primi posticipi di Telepiù a fine anni 90, salvo poi essere impiegata con minore frequenza negli anni successivi.

Come direbbe Stephen King: a volte ritornano.
In attesa della prossima stagione, dalla quale mi aspetto molto…
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
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