Quando un anno fa ebbi l’opportunità di chiacchierare con coloro che avevano lavorato per la realizzazione delle grafiche andate in onda nell’edizione 2023 del Giro d’Italia, mi era stato anticipato che nei mesi successivi si sarebbe lavorato “per mettere a punto un vero e proprio concetto di nuove grafiche live pronte a essere utilizzate a partire dalla prossima edizione del Giro”.
E in effetti, quando sabato 4 maggio ho acceso il televisore, dalla privilegiata postazione del mio divano di casa ho avuto la possibilità di vedere una grafica del tutto differente rispetto a quella che aveva accompagnato il racconto dell’edizione 106 del Giro d’Italia, grafica che ho apprezzato fin da subito.
Innanzitutto, per la sua grandezza, in particolare la dimensione del riquadro presente sul teleschermo dall’inizio alla fine di ciascuna frazione.
Ben visibili a prescindere dal device utilizzato da ciascun telepcspordipendente per seguire la più seguita corsa a tappe di ciclismo che attraversa il nostro paese: a differenza del 2023, i ticker nei quali è stata impressa la distanza dalla fine della tappa, nonché il distacco fra i fuggitivi e il resto del gruppo, che si sono presentati con una ben definita forma rettangolare, molto più lineare rispetto a quel taglio obliquo che caratterizzava le grafiche di 12 mesi orsono.
Più grande anche lo spazio riservato al logo del Giro, presente per tutta la durata della gara, il cui sfondo ha cambiato colore rispetto all’ultima edizione, passando da un (fastidioso) bianco a un (molto più gradevole) rosa (i primi due giorni) per poi assestarsi su di un aspetto neutro, racchiuso tra due piccole barre orizzontali di colore rosa, le stesse che evidenziavano, sempre nella medesima grafica, il gruppo che veniva inquadrato dalla camera in onda (un sistema automatizzato, come ho scoperto in seguito alla lettura di questo articolo).
Di rilievo, poi, le novità che sono state introdotte in un piccolo (ma pur sempre visibile) ticker orizzontale sotto il principale: questo spazio è stato difatti utilizzato sia per mettere in sovraimpressione il nome del comune attraversato dai corridori, sia per indicare la distanza che separava i ciclisti da un successivo ben preciso punto, ossia l’inizio di una salita, un GPM, ovvero ancora uno sprint o un traguardo intermedio.
Per la prima volta alle nostre latitudini, poi, abbiamo rivisto una grafica che rappresenta ormai un qualcosa di consolidato al Tour de France, vale a dire il riquadro con il cognome del corridore che rimane “agganciato” al ciclista durante la ripresa, in maniera da identificarlo nel gruppo quando vanno in onda le immagini provenienti dalle wesley/cineflex collocate sui due elicotteri (un ticker spesso sovraimpresso anche per far percepire al telepcsportdipendente, ad esempio, il tratto di strada che separava i fuggitivi dal gruppo di inseguitori: rimando al seguente dettagliato articolo per qualche dettaglio tecnico in più sul sistema di tracciamento).
Precise e puntuali, poi, le grafiche mandate in onda prima dei GPM, ovvero dei traguardi Intergiro, all’interno delle quali sono stati riportati i dati salienti della salita (altezza del valico, lunghezza della salita, pendenza media e pendenza massima), ovvero i punti in palio al GPM ovvero quelli del traguardo intermedio, risultati che poi venivano riassunti in altrettante riepilogative tabelle riportanti i punti (o abbuoni) ottenuti al GPM e/o allo sprint.
Le salite, poi, hanno rappresentato l’occasione per vedere posizionata in un punto diverso la (nuova) grafica ritraente la percentuale della pendenza del tratto percorso dai corridori (una grafica animata che si inclinava a seconda dell’aumento o meno della pendenza della strada): si è difatti passato da un dato impresso sotto il ticker principale a un dato inserito in un (molto più leggibile) quadrato sulla parte bassa destra dello schermo, anche se, a dire il vero, il dato era unico e non riferito agli eventuali due gruppi di corridori, come vedevamo in passato, per permettere un immediato raffronto fra le pendenze, in tempo reale, attraversate da due o più ciclisti distaccati tra loro.
Un raffronto, viceversa, mantenuto nella grafica in basso sulla sinistra che ci ha permesso di paragonare le velocità in tempo reale tra fuggitivi e gruppo: il pallino rosso contraddistingueva anche la grafica ritraente i dati, sempre in tempo reale, raccolti dagli strumenti indossati dai vari ciclisti (velocità, potenza e battiti cardiaci).
E, a mio avviso, i dati delle performance dei ciclisti (non tanto quelli “sensibili”, ma quelli oggettivi: v. infra) potrebbero essere utilizzati per qualche apposita grafica creata al fine di stuzzicare l’attenzione dei tanti cicloamatori che potrebbero parametrare le rispettive performance a quelle dei campioni: ad esempio, una grafica ritraente il tempo in cui un atleta ha percorso una salita.
Quando, poi, penso a una grafica che mi piacerebbe vedere durante la tappa di un grande giro, penso a un banner orizzontale nella parte bassa del teleschermo sul quale passano le informazioni salienti di quello che è successo durante la frazione (tentativi di fuga, loro durata massima, risultati di traguardi intermedi o di GPM, ecc.), vale a dire una serie di informazioni che chi (per lavoro o per scelta) si sintonizza sul canale nel corso della diretta avrebbe la possibilità di leggere senza dover ricorrere a consultazioni in rete.
Per il resto, fatta questa piccola parentesi, non ho obiettivamente rinvenuto particolari pecche nella versione delle grafiche utilizzate per l’edizione 107 del Giro d’Italia.
A voler cercare il pelo nell’uovo, avrei preferito rimanesse in sovraimpressione il ticker riportante la distanza all’arrivo (e, soprattutto, il distacco con gli inseguitori) anche negli ultimi 5/600 metri delle (soprattutto) tappe con gli arrivi in salita, sì da rendersi effettivamente conto della strada ancora da percorrere e del distacco dal fuggitivo e probabile vincitore di tappa.
L’unica nota stonata è stata, a mio avviso, la grafica utilizzata all’arrivo delle cronometro: ancora una volta, difatti, la stessa è risultata priva dei centesimi, ma, soprattutto, cervellotica, laddove imponeva al telepcsportdipendente di fare il calcolo del tempo finale – aggiungendo o sottraendo la differenza in termini di secondi tra il corridore appena arrivato e il leader della classifica -, ovvero di attendere la grafica successiva in cui veniva indicato il tempo finale in corrispondenza della posizione provvisoria in cui si era andato a collocare il ciclista.
E da un punto di vista televisivo, invece, che Giro è stato?
Rilevante lo schieramento di mezzi messi a disposizione da EMG che ha prodotto anche quest’anno il segnale host broadcaster: due, in particolare, le “novità” che ho apprezzato, vale a dire l’utilizzo del drone, FPV nel corso delle tappe 1, 17, 18 e 19, stabilizzato nella passerella di Roma, e il rilevante sforzo messo in campo dagli organizzatori per collocare una telecamera posizionata sul cestello per riprendere frontalmente il passaggio (rectius: la volata) all’intergiro.
Pure quest’anno, infine, si è deciso per non optare per il two box, che, secondo me, rappresenterebbe uno strumento utile qualora si presenti l’opportunità di comparare le prestazioni tra due corridori che non fanno parte dello stesso gruppo.
Probabilmente, il tutto dipende dalla necessità di evitare sovrapposizioni fra un eventuale two box proposto dalla cosiddetta regia internazionale e uno messo in onda dai broadcaster che detengono i diritti per la trasmissione del Giro che hanno la possibilità di integrare il cosiddetto segnale host (talvolta) per il tramite proprio di un two box.
Stay tuned!
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Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.