Durante la prima parte della nostra chiacchierata Alessio Giacomo Farese ci ha raccontato come è nata la sua passione per quella che oggi è la sua professione, alcuni degli eventi sportivi che ha avuto la possibilità di riprendere con il suo drone rivelandoci nel contempo qualche dettaglio degli impianti che sorvola, come ad esempio l’Allianz Stadium di Torino.
Ma vediamo adesso di scoprire qualche particolare in più dei mezzi che utilizza per le riprese tramite il drone.
“Attualmente utilizzo il Dji Mavic3 Cine, un drone pesa meno di 900 grammi, un gioiellino che riassume tutta la tecnologia propria dei droni che lo hanno preceduto nel settore delle riprese degli eventi sportivi tramite il drone. E’ un mezzo completo sotto ogni profilo, in quanto è dotato di sensori per la rilevazione degli ostacoli, di apparato camera di assoluto livello (in quanto monta una Assemblad micro 4/3 a 20 megapixel), resistente al vento, che registra a 5.1k Pro res, in grado di trasmettere immagini in diretta in Full HD nel classico formato 1080:50”.
“Mediamente”, mi dice Alessio “mi porto dietro dalle 5 alle 10 batterie per ogni drone, ognuna delle quali ha un’autonomia di circa 45 minuti, un lasso di tempo che mi consente di stazionare in quota senza avere patemi di esaurimento della batteria. Ad esempio, Wenner, noi non sappiamo esattamente quando arrivano i pullman delle due squadre all’impianto di gioco, in quanto molto spesso l’orario di arrivo può variare a seconda del traffico cittadino, per cui il drone rischia di dover stare in volo anche qualche decina di minuti in attesa della materializzazione del pullman. Banalmente, è il pilota del drone che avverte il regista dell’avvicinamento delle squadre allo stadio, essendo il primo che dall’alto vede i lampeggianti delle auto della polizia che scortano i pullman durante il tragitto che porta le squadre al campo”.
E com’è collegato il drone alla cabina di regia?
“E’ il radiocomando del drone a erogare il segnale video alla cabina di regia, che, generalmente, è in prossimità del luogo in cui stazioniamo, che, in quasi tutte le evenienze è il piazzale su cui sostano tutti i mezzi dedicati alla produzione della partita, in quanto abbiamo necessità di uno spazio abbastanza ampio per fare decollare e atterrare il drone in assoluta sicurezza. In altri casi, invece, il piazzale non è il luogo migliore per pilotare il drone, perché semmai è ubicato in un posto nascosto che non permette di vedere tutto lo scenario circostante a causa del quale si perde quasi subito il contatto visivo, o di segnale, con il drone. In queste ipotesi siamo costretti a sostare a una maggiore distanza dalla regia, usando dei trasmettitori che ci permettono comunque di essere costantemente collegati con la regia”.
Usa il plurale, Alessio, perché, nonostante il DJi Mavic 3 si possa pilotare in autonomia, non lavora da solo, essendo sempre accompagnato da un collega, che ricopre il ruolo di assistente:
“L’operatore di ripresa che pilota il drone si deve concentrare esclusivamente sulla ripresa guardando soltanto lo schermo del telecomando: non può permettersi di guardare il drone che vola perché altrimenti rischierebbe di perdere l’inquadratura, dovendo prestare attenzione ai movimenti da far fare al drone. E proprio per questo ritengo fondamentale la presenza di un assistente, il cui principale compito è quello di vedere cosa accade intorno al drone: a Pisa, ad esempio, veniva attaccato dai gabbiani, ragione per cui è stato costretto a rientrare alla base in fretta e furia. Inoltre, l’assistente ha la possibilità di schiacciare il pulsante che permette a ogni operatore di parlare con la regia – cosa che non posso mi posso permettere di fare mentre piloto il drone, in quanto non posso staccare le mani dal telecomando – avvertendola di eventuali problemi, emergenze, ovvero anche solo della necessità di far rientrare alla base per la sostituzione della batteria”.
Non posso perdere l’occasione di chiedere ad Alessio se mi rivela qualche dettaglio in più sulle altezze che raggiunge durante i suoi voli:
“Beh Wenner l’altezza varia a seconda degli impianti tenendo conto dei vari vincoli che dobbiamo osservare: sia chiaro, il drone non riuscirà mai a sostituire le riprese dall’elicottero, in quanto quest’ultimo vola a una quota che non possiamo nemmeno lontanamente raggiungere. Solitamente, la quota che si tiene maggiormente durante le riprese varia dai 50 ai 60 metri di distanza dal suolo, sempre rispettando i vari permessi e le limitazioni imposte dalle Autorità Competenti. La cosa importante da rimarcare è l’importanza di avere una qual certa padronanza con i luoghi in cui voliamo, vuoi in ragione delle precedenti esperienze in un determinato impianto, vuoi, in caso di nuovi impianti da noi ripresi per la prima volta, in forza di sopralluoghi effettuati il giorno prima della partita in condizioni di visibilità ottimali, in modo da essere ben consapevoli di eventuali ostacoli o alberi. Nel nostro lavoro non si può improvvisare nulla”.
Tra le riprese degli sport, Alessio, però, non si occupa soltanto del calcio, in quanto, tra gli altri, ha ripreso sempre con il drone anche il ciclismo: in particolare le ultime due edizioni del Giro under 23 della Valle d’Aosta.
Nella seconda, cioè nel luglio del 2022, Alessio ha sperimentato una nuova modalità di ripresa del drone (che, a quanto mi consta non ha precedenti): lo ha difatti pilotato a bordo di una delle moto al seguito dei corridori (in questi giorni abbiamo visto impiegato il drone nel finale delle tappe della Vuelta San Juan, ma, nella circostanza, il drone era pilotato da un pilota che stazionava nella zona del traguardo, non al seguito dei corridori: n.d.r.).
E Vi assicuro che è già difficile pilotare un drone da fermi, non oso immaginare quanto complicato possa essere stato comandarlo in movimento e, per di più, mentre i corridori attraversano una strada di montagna che si inerpicava in mezzo ai boschi.
Un fuoriclasse, considerando che Alessio ha effettuato le suindicate riprese pilotando (questa volta) in autonomia un drone e utilizzando quella manualità che è riuscito a fare propria con il passare del tempo grazie al costante impegno e la passione per questo tipo di ripresa, a cui, va riconosciuto, non tutti possono essere portati.
Ma lui lo è!
Per concludere questa lunga (e interessantissima chiacchierata), chiedo ad Alessio quali possono essere le novità in futuro in termini di riprese di eventi tramite il drone:
“Una premessa banale, che, però, banale non è: il drone serve per volare. Ultimamente, però, viene sempre più chiesto ai piloti di drone di sostituirsi alle jimmy jib e/o ai mini crane e/o alle cable cam, nonché di riprendere alcuni eventi in spazi chiusi, come, ad esempio, mi è capitato nel Gran Galà del calcio che si è tenuto all’interno del complesso fieristico di Rho. Un’ulteriore frontiera da sdoganare? Vedremo”.
Segnatevelo il nome di Alessio e seguitelo nelle sue suggestive riprese degli impianti (e degli eventi) sportivi dall’alto.
Per ora.
Poi, chissà, semmai tra qualche anno la legislazione nel nostro paese cambierà e Alessio potrà anche sorvolare il terreno di gioco ed entrare dentro lo stadio, oppure impiegare i droni acrobatici, che oltre Oceano vengono da qualche tempo impiegati per spettacolari riprese degli eventi sportivi.
Ad maiora Alessio, ma soprattutto grazie.
[LEGGI LA 1^ PARTE DELL’INTERVISTA]
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.