Era da più di 25 anni che non mettevo piede a quello che per noi forlivesi è (e sarà per sempre) il Palafiera (impianto poi intitolato allo storico Presidente della Libertas Pallacanestro Forlì, Achille Galassi, oggigiorno, invece, chiamato con il nome dello sponsor della locale squadra di basket), il palazzetto dello sport in cui, fin dall’adolescenza, ho trascorso la gran parte (se non tutte) delle domeniche pomeriggio invernali, alternandosi difatti le partite di pallacanestro e di pallavolo delle due compagini del Zitadon.
Non c’è più l’originario tabellone appeso sopra il centro del campo (che rappresentava il fiore all’occhiello dell’impianto inaugurato nel marzo del 1987 (la Gazzetta dello Sport, all’epoca, lo definì: “un complesso architettonico raro nell’intero paese ed unico, per le sue caratteristiche“), in quanto oggi è stato sostituito da moderni schermi al led; non c’è nemmeno più quella squadra che fece sognare un’intera città ai tempi del liceo.
Ma l’atmosfera che si respira entrando alla Unieuro Arena è sempre quella di un quarto di secolo fa.
Questa sera c’è la diretta Rai, un qualcosa che mantiene inalterato il proprio fascino anche se, in realtà, nel 2024 abbiamo la possibilità di vedere in diretta tutte le partite; ciò, a differenza degli anni ’90 fa quando veniva trasmesso live il sabato pomeriggio su una delle reti Rai soltanto il secondo tempo di un incontro della massima serie del campionato di basket.

Arrivo all’impianto quando non è ancora arrivato nessuno, o, meglio, quasi nessuno, perché gli amici di CASTelevision (a cui è affidata la produzione televisiva del match) erano lì, al lavoro, già da un paio d’ore, per allestire l’impianto, cioè per stendere (in gergo: tirare) i cavi, montare le telecamere, curare tutti i collegamenti audio e video.

Insomma, per fare tutte quelle attività che non si vedono, grazie alle quali, però, possiamo godere dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa ogni singolo evento sportivo.
Mi accolgono Roberto Bulgarelli (che sarà anche il regista del match) e lo zio Riccardo (il fondatore di Telelupo), che non è venuto a Forlì per far compagnia al nipote, ma per dare una mano ad allestire l’impianto e per risolvere eventuali problemi dovessero intervenire in postazione commento durante la telecronaca.
Assieme a loro, altre 6 persone, tra cui 4 operatori di ripresa, 1 rvm e 1 fonico.
Il tempo di registrare le interviste pregara ai due allenatori ed è già ora di salire sul mezzo regia.
Un gioiellino, dove dentro c’è tutto quel che serve per una produzione televisiva di altissimo livello: al banco principale siede Roberto, che oltre ad occuparsi della regia, tiene i contatti con lo smistamento di Raisport a Roma, per coordinarsi per le fasce pubblicitarie ed i rientri; al suo fianco Andrea, capace di sfornare replay in tempo pressoché reale oltre alle clip da mandare in onda quando se ne presenta l’occasione.

Nell’altro vano del van il fonico, mentre all’interno dell’impianto sono già nelle rispettive tolde di comando, i 4 operatori di ripresa: 1 alla main camera, 1 alla close up e 2 sotto i rispettivi canestri, ciascuno dei quali con una camera a spalla.
A bordo campo, collegato tramite l’intercom, Stefano Valenti (altro amico di Sport in Media), Head of Communications, Media Relations & Events Manager presso la LNP, pronto a dare qualche indicazione sui desiderata del telecronista e del commentatore, ovvero a indicare alla regia qualcosa che si vede o si percepisce solo dal campo (come, ad esempio, l’allenatore che chiede il time out, in maniera tale da preavvertire, da un lato, l’operatore di ripresa che si dovrà “staccare” dalla propria postazione sotto canestro per riprendere da vicino il time out; dall’altro lato, chi cura la grafica, per preparare il relativo sottopancia).
Prima dell’inizio della diretta, si curano gli ultimi dettagli, provando le grafiche da mandare in onda durante l’intervallo (anche questo aspetto non è banale, dovendo, difatti, esserci una perfetta sintonia fra il regista, che ne chiama ingresso e uscita, l’operatore di ripresa in onda, che deve rimanere fisso su di un qualcosa di fisso per non vanificare la grafica, e chi cura la grafica, che deve essere pronto per metterla in onda e per farla uscire).
Poi, finalmente, inizia la diretta: da questo momento non si può sbagliare.
Davanti a sé, Roberto ha un teleschermo suddiviso in una dozzina di riquadri (multiview):
4 sono quelli su cui vengono sovraimpresse le immagini provenienti dalle quattro telecamere;
1 visualizza il program (ossia il segnale che va in onda)
1 il canale di Raisport
1 il two box (ovvero i due riquadri affiancati)
1 il Fill della Grafica (ovvero il “riempimento”)
1 il Key della Grafica (ovvero il “buco”)
1 il Time Code (ovvero l’ orologio che sincronizza le apparecchiature)
1 il segnale BLT elaborato da Andrea (in buona sostanza le clip e i replay) pronti ad essere mandati in onda

Anche Andrea, davanti a sé ha un altro schermo suddiviso in riquadri, ma, soprattutto, davanti a sé ha una plancia con una serie di pulsanti gli consentono di scegliere le immagini che andranno a costituire i replay da mandare in onda, anche due o più, in rapida sequenza: il tutto in pochi istanti.

Sono sue le mani che controllano, danno velocità o rallentano, i replay che si sono visti in tv.
In genere, il lavoro degli altri è sempre più difficile del nostro: ma Vi posso garantire che non è semplice lavorare con la pressione della diretta, cercando di fornire a noi telepcsportdipendenti immagini associate al commento che sentiamo, tenendo nel contempo conto dell’imprevedibilità insita in ogni disciplina sportiva.
Per non deludere nessuno, occorre essere squadra, e i “ragazzi” di CASTelevision lo sono.
Scorre tutto così velocemente (e senza intoppi) che nel giro di poco è già ora di ridare la linea a Roma perché la diretta è finita.
Arriva il “liberi tutti” di Roberto, che non significa, nella specie, che si può tornare verso casa.
Tutti e 8 i componenti di CASTelevision (nessuno escluso) indossano i guanti, si rimboccano le maniche, e iniziano a smontare camere e a riarrotolare i cavi, un’operazione che viene fatta con cura, precisione e in maniera ordinata, perché il giorno successivo serviranno nuovamente per allestire un altro impianto (nella specie il Palaverde di Treviso, per la bella di una delle semifinali scudetto della pallavolo femminile).
La partita è terminata da una mezz’oretta, ritorno all’interno del Palafiera, dove le luci sono soffuse, essendo ormai rimaste solo le famiglie dei giocatori, qualche addetto ai lavori, ma, soprattutto, tutta la squadra di CASTelevision che lavora alacremente e in totale armonia, nonostante l’ora tarda.
L’occhio non può non cadere su quell’angolo del secondo anello, dove mi sedevo fin dai tempi delle scuole medie, improvvisando una radiocronaca, che veniva ascoltata, con il sorriso, da chi circondava la mia famiglia.

Grazie a Stefano Valenti e a CASTelevision per aver avuto la possibilità di fare parte di una grande famiglia la sera in cui dopo 25 anni sono tornato a casa.
Stay Tuned!
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Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
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