Un aspetto delle trasmissioni degli eventi sportivi in televisione che mi ha sempre affascinato sono le grafiche che vengono sovraimpresse durante le gare.
E nel corso degli anni ho seguito con particolare attenzione la loro evoluzione: da quelle minimali degli anni 80 (le prime che ricordo) alle prime grafiche colorate fino ad arrivare ai nostri giorni a quelle realizzate attraverso la realtà virtuale.
Decisamente interessante, pertanto, si è rivelata l’opportunità di fare quattro chiacchiere con un professionista che di questi temi ne mastica, e da tempo.
È con Davide Cortassa che questa settimana ho avuto la possibilità, prima ancora che, come sempre, il privilegio di chiacchierare.
Davide, attualmente, ricopre il ruolo di Head of Broadcast Product Manager di Deltatre, nata 36 anni fa come società che forniva servizi per gli sponsor di un evento sportivo, i quali, per poter fungere da sponsor della gara dovevano fornire all’organizzatore un supporto tecnologico che non erano in grado di produrre in autonomia: “Deltatre”, mi spiega Davide “ha iniziato con il produrre per conto di Olivetti cronometraggio e grafiche relative ai gran premi di formula uno, gare di sci, motomondiale e atletica leggera”.
E da una società con pochi dipendenti, oggi Deltatre ha uffici in 19 città sparse in tutto il mondo presso i quali trovano impiego più di mille addetti, che lavorano su tre macro aree: Video Experiences (ossia i servizi di digital streaming glass to glass) Sport Experiences (che ricopre la costruzione di piattaforme web e applicazioni mobile per leghe, federazioni e club, la gestione e il tracciamento di dati sportivi e la creazione di grafiche tv) e Strategy and Design (un servizio di consulenza strategica che mira a sviluppare le idee dei clienti per proporle all’utente finale), annoverando fra i propri clienti, tra gli altri, UEFA, ATP, NFL, DFL/Bundesliga, oltre ai principali network internazionali.
Davide ha iniziato a lavorare con Deltatre il 4 settembre 1992 in occasione del Gran Prix Final della IAAF disputatosi a Torino.
“Fu un’emozione particolare”, mi rivela “vedere dal vivo Carl Lewis, il figlio del vento: erano per l’appunto gli anni in cui si collaborava con Olivetti per la realizzazione dei meeting di atletica leggera e ho iniziato proprio dal di lì”.
Oggigiorno Davide è a capo del settore che si occupa dei rapporti con le principali federazioni e broadcaster a livello mondiale, con cui si interfaccia assieme al suo team senza soluzione di continuità lavorando sulle richieste dei vari clienti, cercando nel contempo di proporre soluzioni che vadano a intercettare le esigenze dell’utente finale, ossia (come lo si chiama in questa rubrica) il telepcsportdipendente.
Ma in che modo?
“Sviluppando nuove idee di grafica, oppure andando ad abbinare soluzioni già presenti sul mercato con i desiderata dei clienti, che, molto spesso, si rivolgono a noi perché non hanno un’infrastruttura interna in grado di erogare questo indispensabile servizio, divenuto imprescindibile, perché non è possibile immaginare un evento sportivo senza una grafica”.
Musica per le mie orecchie (per chi non lo avesse ancora capito, fosse per me, la grafica dovrebbe imperare sui nostri teleschermi in ogni momento della singola competizione!), anche se nel corso della chiacchierata Davide smorza subito dopo i miei entusiasmi:
“Le grafiche devono servire per rendere ancor più piacevole quel qualcosa che fa passare il tempo, ragione per cui sono pensate per un pubblico eterogeneo di spettatori, molti dei quali, a differenza Tua, Wenner, preferiscono una grafica essenziale”.
Incasso il (duro) colpo (!), e chiedo a Davide come si lavora alla nascita grafica di un evento sportivo:
“È un lavoro delicato e complesso di equipe, che, alla fine, ci da un’enorme soddisfazione: non sempre occorre partire da un “foglio bianco”, perché, sempre più spesso, con i nostri clienti si parte con l’analizzare come un determinato prodotto (cioè evento sportivo) viene conosciuto e percepito sul mercato, si analizzano le linee guida di un progetto grafico. Vengono poi create animazioni, alcune schermate base, animazioni colorate in entrata e in uscita, nonché diverse varianti, che, ad esempio, possono mutare da paese in paese, a seconda delle differenti esigenze del pubblico”.
Lì per lì non capisco, per cui chiedo a Davide di esemplificarmi questa sua ultima affermazione:
“Quando si parla di grafiche, si danno per scontate tante cose, ma così non è: un significativo passo in avanti è stato fatto un bel po’ di tempo fa quando ‘spingendo un solo pulsante’ si è riusciti a far andare in onda in contemporanea la stessa grafica, ma in lingue diverse. Così come, per fare un ulteriore esempio, pensa al cronometro che siamo abituati a vedere durante una partita di calcio: in Italia, vediamo il tempo che scorre in maniera progressiva dallo 0 al 45’ e dal 45’ fino al 90’, mentre in altri paesi non vi sono differenze fra la prima e la frazione di gioco che vanno in entrambi i casi da 0 a 45’, con l’indicazione a fianco di 1H e 2H. Ogni grafica è in buona sostanza pensata per l’utente finale, ragione per cui alcuni elementi variano a seconda delle culture dei vari telespettatori. E l’evoluzione della tecnologia ha permesso di ‘semplificare’ queste necessarie diversificazioni richieste dai nostri clienti”.
Un argomento decisamente interessante, di cui non ero a conoscenza.
Ma qual è la funzione della grafica ai nostri giorni?
“La grafica deve servire per dare un qualcosa in più al telespettatore: prendi, ad esempio, le bellissime grafiche delle gare di SAIL GP. La grafica è fondamentale perché consente al telespettatore in uno sport in cui non ha punti di riferimento di percepire in tempo reale la distanza tra due imbarcazioni o la loro velocità, ovvero ancora, la velocità e la direzione del vento. Il tutto, è bene rimarcarlo, in uno spazio completamente aperto in cui l’occhio umano non ha alcun metro di paragone. E in pochi secondi attraverso la grafica il telespettatore è in grado di ricevere informazioni che, diversamente, non potrebbe avere”.
(un filmato che ci permette di apprezzare le grafiche di Sail Gp)
E per finire, non può mancare la classica mia domanda finale, ossia cosa ci riserverà il futuro in tema di grafiche televisive di eventi sportivi?
“Partiamo da questa fondamentale premessa: in base alla mia esperienza ho potuto constatare come in alcuni casi il mondo dei broadcaster è un ambiente conservativo, che non sempre accoglie con grande entusiasmo le idee di innovazione. Negli ultimi anni, tuttavia, anche questo mondo ha dovuto fare i conti con la pandemia, che ha costretto noi tutti a un’accelerazione dei processi di innovazione, lavorando, ad esempio, sempre di più verso produzioni remotizzate che consentono di spostare meno persone e di contemperare anche un qualcosa con cui bisogna fare i conti, vale a dire la sostenibilità. Ovviamente, le nuove generazioni di grafiche vengono e verranno sempre più supportate dagli algoritmi di intelligenza artificiale, su cui si stanno concentrando la maggior parte degli studi”.
Grazie Davide per la disponibilità (ma anche a Jacopo per la pazienza).
D’ora in poi sono sicuro che anche i lettori di Ultra Slow Mo apprezzeranno ancor di più le grafiche, anche se minimaliste!
Ad maiora.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.