È ogni anno la produzione televisiva sportiva più importante per la ORF, vale a dire la radiotelevisione nazionale austriaca, che, anche quest’anno ha schierato un sontuoso dispiego di mezzi di ripresa per raccontare a tutto il mondo il trofeo dell’Hahnenkamm, più comunemente noto alle nostre latitudini come la discesa libera di Kitzbuhel.
E quest’anno, grazie alla disponibilità di Simona Lurger, che ringrazio di cuore, facente parte dell’Ufficio Stampa della ORF, Ultra Slow Mo ha la possibilità di mostrare, prima, e analizzare, poi, il camera plan utilizzato dalla televisione di stato austriaca per riprendere questo evento di rilevanza planetaria, sotto lo sguardo attento del regista Michael Kögler.
42, quest’anno, sono state le telecamere dislocate dalla rete austriaca lungo (ma anche sopra, come vedremo infra) i 3312 metri della pista, al fine di coprire ogni centimetro della mitica Streif: 7 camere remotate, 5 action camere, 3 polecam (su ciascuna delle quali era stata installata una AtomOne super slow motion SSM500), 3 telecamere wireless, 3 droni (lungo il percorso a cui se ne aggiungeva un quarto in una zona finitima all’arrivo), 2 gimbal e ben 9 hyper super slow motion per consentire agli operatori EVS di sfornare non replay, bensì opere d’arte…
Avere a disposizione il camera plan ufficiale mi consente di descrivere con più facilità e con dovizia di particolari le telecamere che abbiamo visto dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa, iniziando da quelle presenti in prossimità del cancelletto di partenza, che, di fatto, era ripreso da ogni possibile angolo.
Notiamo, difatti, assieme alla ormai classica camera sul gimbal nonché a quella a spalla, una camera remotata su di una cable cam posizionata (di fatto) sopra i primi metri della discesa, nonché una polecam sul lato destro (fronte riprese) del cancelletto di partenza (che oramai siamo abituati a vedere nella gran parte delle tappe della coppa del Mondo di sci che cerca di mettere in risalto il logo della località su cui si disputa la gara) al di sopra della quale era per l’appunto montata una Atom One 500 SSM (vale a dire un gioiellino del peso di soli 900 grammi, capace di immortalare fino a 500 frame per secondo).
Subito dopo il Karusellkurve, in corrispondenza dello Steilhang sono stati posizionati due crane (ovvero telecamere su bracci) in grado, la prima (un’altra SuperSlowMotion) di far percepire la gobba percorsa dagli sciatori prima della curva sulla sinistra, mentre la seconda in corrispondenza della successiva curva a destra, per esaltare, a mio avviso, la ripresa della pendenza del muro.
Posizionate nel tratto di scorrimento del Bruckenschuss invece due minicamere fisse, l’una rivolta verso il senso di arrivo degli sciatori, mentre l’altra nella direzione opposta, in maniera da riprendere l’atleta che si allontanava: non a caso, nel camera plan la prima è denominata “come”, mentre la seconda “go”.
Per riprendere la discesa seguente al successivo muro (corrispondente al relativo salto) Alte Schneise era posizionato un altro crane capace di rendere dinamica l’inquadratura in vista del succedaneo tratto di pista ripreso frontalmente da un’altra Super Slow Motion, capace di riprendere immagini, valorizzate in maniera eccellente dagli operatori EVS.
Altre due minicamere (anche in questo caso una puntata alla direzione di provenienza degli sciatori, mentre l’altra in quella opposta di allontanamento) poco prima di entrare nel Larchenschuss.
E proprio questo tratto di pista mi permette di introdurre quelli che sono stati, a mio avviso, i principali protagonisti delle riprese di quest’anno delle discese libere di Kitzbuhel, ossia i tre droni acrobatici – degli amici di Theis Media GMBH – che abbiamo visto lungo tre ben definiti tratti della pista, il primo nella zona del Mausefalle:
il secondo nel tratto successivo il Larchenschuss:
mentre il terzo e ultimo in prossimità del Hausbergkante, transitando insieme allo sciatore dentro l’arco di uno sponsor!
A questi tre droni se ne aggiungeva un quarto, non acrobatico, per inquadrature panoramiche dell’area dell’arrivo.
Senza tuttavia dimenticare che le riprese per il tramite del drone rappresentavano una valida alternativa per il regista, poiché i medesimi tratti della pista erano presidiati da un numero elevato di telecamere.
Dulcis in fundo, la zona dell’arrivo, coperta da ben 9 telecamere, tra cui 1 gimbal, 1 camera a spalla dedicata agli allenatori e un’altra ai tifosi e, per non farsi mancare nulla, 1 remotata dedicata alla ripresa della postazione in cui era seduto il leader della classifica.
Chissà cosa si starà già iniziando a studiare per l’edizione del 2025…
Stay tuned!
TRANSLATION | N.B. per la versione desktop del sito è attiva la traduzione multilingua.
Multilingual translation available in desktop version.
Every year it is the most important sports television production for ORF, that is to say the Austrian national radio and television, which, this year too, has deployed a sumptuous array of filming resources to tell the whole world about the Hahnenkamm trophy, more commonly known in our latitudes as the Kitzbuhel downhill.
And this year, thanks to the availability of Simona Lurger, who I sincerely thank, part of the ORF Press Office, Ultra Slow Mo has the opportunity to show, first, and then analyze, the camera plan used by state television Austrian to film this event of global significance, under the watchful eye of director Michael Kögler.
This year, 42 cameras were deployed by the Austrian network along (but also above, as we will see below) the 3312 meters of the track, in order to cover every centimeter of the legendary Streif: 7 remote cameras, 5 action cameras, 3 polecams (on each of which an AtomOne super slow motion SSM500 was installed), 3 wireless cameras, 3 drones (along the route to which a fourth was added in a finishing area upon arrival), 2 gimbals and 9 hyper super slow motion to allow EVS operators to churn out not replays, but works of art…
Having the official camera plan available allows me to describe more easily and in great detail the cameras that we saw from the privileged position of our sofa at home, starting with those present near the starting gate, which, in fact, were shot from every possible angle.
We note, in fact, together with the now classic camera on the gimbal as well as the shoulder camera, a remote camera on a cable cam positioned (in fact) above the first meters of the descent, as well as a polecam on the right side (front of the shots) of the entry gate start (which we are now used to seeing in most of the stages of the Ski World Cup which tries to highlight the logo of the location where the race is being held) above which an Atom One was mounted 500 SSM (i.e. a little gem weighing just 900 grams, capable of immortalizing up to 500 frames per second).
Immediately after the Karusellkurve, at the Steilhang, two cranes (i.e. cameras on arms) were positioned capable, the first (another SuperSlowMotion) of making the hump skiers travel before the curve on the left perceive, while the second corresponds of the subsequent curve to the right, to enhance, in my opinion, the recovery of the slope of the wall.
Instead, two fixed mini-cameras were positioned in the sliding section of the Bruckenschuss, one facing the direction of arrival of the skiers, while the other in the opposite direction, in order to record the athlete who was moving away: not surprisingly, in the camera plan the first is called “come”, while the second “go”.
To film the descent following the next wall (corresponding to the relevant jump) Alte Schneise, another crane was positioned capable of making the shot dynamic in view of the substitute stretch of track taken frontally by another Super Slow Motion, capable of taking images, valorised excellently by EVS operators.
Two more mini cameras (also in this case one aimed at the direction of origin of the skiers, while the other in the opposite direction of departure) just before entering the Larchenschuss.
And precisely this stretch of track allows me to introduce those who were, in my opinion, the main protagonists of this year’s filming of the Kitzbuhel downhill runs, namely the three acrobatic drones – from friends of Theis Media GMBH – that we saw along three well-defined sections of the track, the first in the Mausefalle area.
The second in the next stretch is the Larchenschuss.
While the third and last near the Hausbergkante, passing together with the skier inside the arch of a sponsor!
To these three drones a fourth, non-acrobatic, was added for panoramic shots of the arrival area.
Without forgetting, however, that filming via drone represented a valid alternative for the director, since the same sections of the track were monitored by a large number of cameras.
Last but not least, the arrival area, covered by 9 cameras, including 1 gimbal, 1 shoulder camera dedicated to the coaches and another to the fans and, to make sure nothing is missing, 1 remote camera dedicated to filming the position in where the leader of the classification was sitting.
Who knows what we will already be starting to study for the 2025 edition…
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.