Grazie alla fitta rete di contatti di Oscar Sanchez (in particolar modo grazie alla cortesia di Josephine Mankfu Talla) e alla collaborazione prima ancora della disponibilità di Filippo Bonazza, amico di Ultra Slow Mo, la redazione di Ultra Slow Mo (!) ha avuto la possibilità di visionare i camera plan delle varie fasi della Coppa delle nazioni africane (comunemente nota come Coppa d’Africa) che si è disputata in Costa d’Avorio, nonché della Coppa d’Asia che si è giocata in Qatar, nazione che in poco più di un anno ha organizzato i campionati del mondo di calcio nonché quelli continentali.
Vediamo, dunque, quali sono state le analogie e quali, invece, le differenze.
Partiamo dalle prime: in entrambe le competizioni i camera plan si sono “arricchiti” nel corso del torneo, grazie a un utilizzo sempre più crescente di telecamere: una particolarità della Coppa delle nazioni africane è l’utilizzo del medesimo numero (rilevante) di camere nel primo e nell’ultimo match, una cosa che mi ha fatto tornare in mente le grandi competizioni internazionali di calcio che guardavo da bambino, nelle quali, se la memoria non mi inganna, la gara inaugurale e quella finale venivano riprese dal medesimo numero di telecamere.
In ambedue i tornei, inoltre, sono state utilizzate le classiche telecamere che ormai vediamo all’opera per ogni finale di importanti competizioni internazionali di calcio, per club o a squadre: steady cam a radio frequenza, crane o jimmyjib o polecam dietro le porte, super o ultra slow motion in corrispondenza delle aree di rigore, beauty e drone, ad esempio.
Quali, invece, le differenze.
Procediamo con ordine, a seconda delle varie fasi della competizione.
Le partite dei gironi della Coppa d’asia sono state riprese da 20 telecamere, mentre le analoghe in Africa da 24; 3, inoltre, le camere posizionate on reverse in Asia, mentre solo 1 in Africa; 6 camere riservate ai replay in Asia, tra cui 4 Super Slow Motion (due delle quali ubicate sui 6 metri, la terza sul crane dietro la porta e la quarta sulla piattina in reverse) e 2 Ultra Slow Motion, mentre ben 7 in Costa d’Avorio (anche in questo caso 2 delle quali sui 6 metri, mentre una particolarità, che si è vista sporadicamente anche in Europa, è la close up, ovvero la camera 2, in super slow motion).
Degne di rilievo in Costa d’Avorio ben 2 PTZ: le PTZ sono telecamere pan-tilt-zoom, ossia telecamere robotiche in grado di eseguire la panoramica orizzontale, l’inclinazione verticale e lo zoom, con comandi a distanza.
La principale novità introdotta in Qatar dagli ottavi di finale in poi è stata la Spider cam (oltre a un diverso posizionamento di alcune telecamere), che ha portato a 21 le telecamere utilizzate per la ripresa degli incontri, 5 in meno delle 27 telecamere impiegate in Costa d’Avorio: rispetto alle gare a gironi sono state aggiunte due hyper slow motion (che hanno portato a 9 il numero di camere dedicate principalmente ai replay) in corrispondenza delle linee corte delle aree di rigore, nonché una piattina in reverse).
E passiamo alle finali, rispettivamente riprese da un numero decisamente superiore di telecamere rispetto alle precedenti fasi, cioè 28 in Qatar e 31 in Costa d’Avorio.
Per la finale della coppa d’Asia sono state posizionate 3 superslowmotion (2 in prossimità delle due aree di rigore e la close up) 1 crane dietro la porta di destra e due camere sul lato reverse di poco all’interno degli ultimi 16 metri, oltre, infine, alla camera sull’elicottero.
3, invece, le telecamere aggiunte per la finale della Coppa d’Africa, più precisamente, 1 crane dietro la porta di sinistra, 1 steady (o gimbal) fuori dall’impianto (immagino come utilizzo della Fan cam), nonché una retro alta.
Per il resto, anche nelle finali troviamo analogie e differenze.
Analogie, quando mi riferisco, ad esempio, alla copertura con un braccio mobile sul retro di entrambe le porte, nonché alle due close up intorno alla main camera, ovvero, al presidio attraverso quattro ultra, super o hyper slow motion, delle linee perimetrali corte delle due aree di rigore.
Differenze, invece, se si pensa alla scelta asiatica di non posizionare una retro alta dietro le due porte, ovvero quella della regia africana di non dedicare una camera in reverse a ciascun allenatore o panchina, ma di posizionarne una sola a copertura di entrambe le aree tecniche riservate agli allenatori.
Un gustoso antipasto in vista di quello che per gli europei amanti del calcio (e delle produzioni televisive sportive) sarà il piatto ricco della stagione, vale a dire gli Europei della prossima estate in Germania, competizione intorno alla quale girano già parecchi rumors….
Quali?
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Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.