È un sistema di ripresa che sta sempre più prendendo piede, garantendo, difatti, riprese lineari in movimento di grande effetto che permettono, molto spesso, a noi telepcsportdipendenti di inseguire passo a passo un atleta durante la gara.
È impiegata ormai di sovente nell’atletica leggera e nel nuoto, ma, come vedremo, può essere utilizzata anche nella ripresa del pattinaggio su ghiaccio, del calcio, e di tanti altri sport, ma non sono in tanti coloro che lo maneggiano.
Uno di loro, mi è venuto a trovare: è con Alfio Tartabini che questa settimana ho avuto la possibilità, prima ancora che, come sempre, il privilegio di chiacchierare.
Di che cosa? Ma della cable cam!
Con il suo inconfondibile accento romano, Alfio mi confida che in realtà aveva iniziato a occuparsi di tutt’altro nella vita:
“Facevo l’idraulico e per puro caso nel 2000 venni assunto per curare la manutenzione dei camion adibiti al trasporto dei materiali televisivi, quando un giorno, per un problema improvviso a un macchinista, mi venne affidato l’incarico di lavorare in supporto a una jimmy-jib. Scattò una scintilla con il mondo delle riprese e con il passare del tempo mi proposi per il ruolo di operatore: ebbi la fortuna che le mie inquadrature piacevano alla produzione, cosicché mi venne proposto di lavorare come operatore, un’esperienza durata fino al 2012”.
Il grande salto, Alfio, lo ha fatto però 4 anni dopo quando si è messo in proprio (tra i clienti, la sua impresa, R.I.M. Riprese in Movimento, annovera oggi la Presidenza della Repubblica, la Santa Sede, il Ministero della difesa, oltre, naturalmente, a tutte le principali emittenti televisive del nostro paese) specializzandosi nelle riprese attraverso jimmy jib, carrelli e, per l’appunto, cable cam, per il cui utilizzo ha seguito corsi specifici in Germania, che gli hanno permesso di utilizzarla per la prima volta nel settembre del 2018 per riprendere un evento non proprio banale: il concerto di Andrea Bocelli e Claudio Baglioni all’Arena di Verona.
Ma cos’è e come è composta una cable cam?
“La cable cam, Wenner, è una telecamera montata su di un carrello che scorre su dei cavi e che può letteralmente volare sopra le persone o gli atleti in totale sicurezza in quanto il carrello è montato su e movimentato da fili in cablar che hanno una resistenza a strappo di 4 tonnellate per quel che concerne il cavo di sicurezza e di 8 tonnellate il cavo fune di trazione.
A bordo è posizionato il motore della cable cam alimentato da una batteria al litio da 90 ampere che consente un utilizzo massimo di 6 ore, che si riducono a 2 con la telecamera accesa”.
E quale telecamera è montata su di una cable cam?
“Non ve ne è una in particolare, potendo difatti essere customizzata a seconda dell’utilizzo che ne viene fatto: nella nostra, ad esempio, è installata una Grass Valley a cubetto con un’ottica di 2/3 di pollice, che è montata su di una testa stabilizzata a 3 assi che permette di produrre un’immagine pulita e stabile anche in condizioni metereologiche con forte vento.
Considera Wenner che la cable cam può essere montata ad un’altezza che va da un metro da terra fino a un centinaio di metri e oltre. Durante la mia esperienza mi è capitato di utilizzarla sia alla minima altezza, in occasione di un evento di pattinaggio artistico su ghiaccio, riprese che esaltavano i riflessi della luce, sia a un’altezza di 80 metri, montandola ovviamente grazie all’ausilio delle gru”.
In effetti, mi viene in mente che, di recente, mi è capitato di vederla all’opera in occasione dell’ultimo Giro delle Fiandre, in una domenica in cui le condizioni metereologiche non erano delle migliori: in quel caso, correva fra due punti distanti qualche centinaio di metri, cosicché chiedo ad Alfio quale può essere la distanza massima che può percorrere:
“Fino a 1.500 metri: il mio ‘record’, tuttavia, è solo, si fa per dire, 300 metri, durante l’incontro coi giovani di Papa Francesco al Circo Massimo. Devi sapere Wenner, che ogni cable cam è movimentata in wireless da due persone che lavorano in stretta sinergia tra loro: il macchinista, che muove il carrello e non perde mai il contatto visivo con la cable cam e l’operatore che controlla pan tilt e zoom. Per ottenere un qualcosa di speciale occorre un grandissimo affiatamento fra macchinista e operatore”.
Non deve essere semplice inseguire un’atleta o un’azione e nel frattempo ruotare la telecamera per un effetto ad avvitamento dall’alto, anche considerando la velocità delle riprese:
“Pensa Wenner che la cable cam può raggiungere fino a 120 km orari, molto di più rispetto, ad esempio, alla rail cam (cioè la telecamera sui binari a terra) che ho manovrato in occasione degli ultimi europei a nuoto di Roma che raggiungeva solo, si fa per dire, una velocità massima di 7 metri al secondo”.
E chissà quanto costa un gioiellino del genere:
“Dipende, a seconda della sua customizzazione: noi ne abbiamo 4 e ognuna costa poco meno di 100.000,00 euro, ma possono arrivare a costare anche di più”.
In un mondo in cui prendono sempre più piede le riprese degli eventi sportivi e non tramite il drone, sono convinto che la cable cam continuerà a ritagliarsi il proprio spazio, in quanto consente al regista di avere una visione alternativa, che può andare a integrare le riprese aeree, avendo comunque la possibilità di essere impiegata sopra un assembramento di persone, cosa che, almeno alle nostre latitudini, per ragioni di sicurezza è preclusa al drone.
Grazie Alfio, ad maiora.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
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