Ricordate i sobbalzi sulla sedia quando avete visto per la prima volta “Psycho” o “Vertigo” di Alfred Hitchcock? Dimenticate quelle reazioni superficiali e istintive: se siete amanti delle sensazioni forti dovete senza dubbio alcuno sedere comodamente in poltrona e assistere a “Respiro profondo” (sceneggiatura e regia di Laura McGann, splendida fotografia di Tim Cragg) disponibile da qualche giorno su Netflix. E sarà meglio che la poltrona sia accogliente perché avrete bisogno di un ambiente molto amichevole per calarvi (termine adoperato non a caso) nella visione del film e reggere a ciò che inevitabilmente tale visione vi costringerà a fare: trattenere il respiro. Non come si fa quando al di là della tenda della doccia lo spettatore scorge avvicinarsi un’ombra e poi vede il coltello abbattersi per 48 volte su Vivian Leigh in una camera del Bates Motel: quello è un gioco psicologico del quale il grande Hitch ha approfittato all’infinito. Il trattenere il fiato cui invece “Respiro profondo” costringe lo spettatore è una sorta di transfert. Non puoi fare a meno di non respirare. Non perché hai paura o il tuo inconscio ti segnala una situazione di potenziale pericolo: ma perché non puoi non tuffarti anche tu in quel grande blu e provare a far tua la stessa sensazione che gli apneisti vivono quando si immergono, entrando in un’altra dimensione.
“Respiro profondo” riassume sì la storia di Alessia Zecchini, del suo record del mondo in apnea (102 metri) e del lutto tremendo di cui è stata involontaria protagonista; ma è anche e soprattutto un sipario che si apre su una disciplina estrema di cui pochissimi conoscono davvero qualcosa. Siamo tutti fermi, ammettiamolo, alla rivalità Mayol-Maiorca, forse la più archetipica di tutte le rivalità sportive, e al film di Luc Besson di oltre vent’anni fa: con “Respiro profondo” si scende più giù non solo nelle profondità del mare ma (trattenendo il respiro) anche di sé stessi. Più che un docufilm è un tutorial: per imparare a sentire le reazioni del proprio corpo mentre si va giù, la luce scema, si entra nel buio, si deve controllare il proprio cuore sapendo che magari, quando risali, ti potrebbe cogliere una sincope proprio mentre sei a pochi metri dall’uscire dall’acqua e rischierai la vita. Ma non puoi non farlo. Oppure potresti anche (come successa alla grande russa Moichanova) scomparire per sempre in quel buio e non essere ritrovato mai più, essere nel nulla e dunque dappertutto. Come parabola esistenziale non c’è male.
Siamo tutti fermi, ammettiamolo, alla rivalità Mayol-Maiorca, forse la più archetipica di tutte le rivalità sportive, e al film di Luc Besson di oltre vent’anni fa: con “Respiro profondo” si scende più giù non solo nelle profondità del mare ma (trattenendo il respiro) anche di sé stessi.
In “Respiro profondo” bisogna immergersi senza giudicare. Forse anche senza cercare di capire. Ma limitandosi a chiudere gli occhi (guardare chiudendo gli occhi, splendido ossimoro) e provare sensazioni. Raramente il genere del docufilm sportivo ha offerto una possibilità del genere: vale la pena di approfittarne.
PIERO VALESIO | È stato critico televisivo del quotidiano Tuttosport per oltre vent’anni. Come inviato ha seguito Olimpiadi, grandi eventi di calcio, tennis, Formula 1, Motomondiale e sport invernali. Dal 2016 al 2020 ha diretto il canale televisivo Supertennis e ha curato la comunicazione degli Internazionali d’Italia. Ha tenuto e tiene corsi di giornalismo e di comunicazione sportiva. Nel 2015 ha vinto il Premio Coni per la narrativa inedita con il racconto “Marcialonga Blues”. Ha scritto libri per grandi (“E vissero felici e lontani” con Antonella Piperno, Perrone editore) e piccini (“Cronache di Befa”, Biancoenero edizioni).
Ha pubblicato a giugno 2023 il libro “Chi ha rapito Roger Federer?” (Absolutely Free).
Collabora con il quotidiano Domani, cura per Sport in Media la rubrica “La Nuca di McKinley” e durante i Mondiali di calcio 2022 ha realizzato la video-rubrica “Qatarinfrangenze“.
TUTTE LE PUNTATE DE “LA NUCA DI McKINLEY”
IN MEDIA(S) RES | IL PODCAST SU SPORT&MEDIA