“La Serie A è indietro anni luce rispetto alle altre Leghe europee“. Un ritornello tanto vero quanto preoccupante, per quella che dovrebbe essere l’espressione più alta dello sport professionistico italiano. Soltanto qualche giorno fa abbiamo affrontato il discorso dei diritti TV e di come la Lega di Serie A sia rimasta sostanzialmente ferma negli ultimi 10 anni, con i club incapaci di innescare un meccanismo virtuoso di crescita dell’intero sistema.
Ieri, su Twitter, un utente ha evidenziato – tra l’ironico e il caustico – il ritardo abissale del nostro campionato anche sul fronte “Social” e comunicazione.
Un tweet che mette a nudo una volta di più le lacune della nostra Serie A, incapace di adeguarsi ai tempi e in ritardo costante – su tutti i fronti – rispetto alle principali Leghe europee. SPORTinMEDIA ha dato un’occhiata ai dati relativi a follower di facebook e twitter della Serie A, mettendoli a confronto con quelli di Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1. Questo il grafico relativo a Twitter:
Questi, invece, i dati riguardanti la pagina Facebook della Serie A.
Come si può notare, sia per Twitter che per Facebook, il confronto risulta imbarazzante. La Serie A è ultima tra le principali Leghe europee, staccata in modo netto dalla Premier League e dalla Liga. Anche Bundesliga e Ligue 1 precedono la Serie A, a dimostrazione che anche a livello social è stato fatto ben poco in questo periodo. A dire il vero il profilo Twitter della Serie A è relativamente nuovo, visto che, in modo abbastanza discutibile, lo scorso giugno è stato deciso di crearne uno ex novo. Tuttavia, come si può vedere, il profilo non brilla certamente per originalità dei contenuti ed engagement. Il dato sconfortante è che la Serie A, come fatto notare dall’utente di Twitter, ha attualmente 1/3 dei follower della Championship inglese ed è praticamente sullo stesso livello della Serie B francese (!).
Da rimarcare, poi, l’inesistenza di un vero account ufficiale in inglese. L’attuale profilo Twitter, ad esempio, pubblica solo in italiano, tagliando fuori tutto l’immenso mercato internazionale. Una scelta miope, in piena antitesi con i soliti, pomposi, proclami di espansione e diffusione del marchio.
Insomma, anche sul piano dei social c’è moltissimo lavoro da fare.
P.S., per gli appassionati di statistiche social applicate al calcio: