Perché molti media sportivi italiani faticano ad analizzare oggettivamente i fatti? Perché, quando c’è di mezzo un atleta o una squadra italiana, in ragione di una non meglio precisata logica nazionalista (o sovranista), non riescono a esaminare le cose in modo equilibrato e obiettivo? Un esempio plastico di questo nazionalismo spinto, ai limiti del tifo (se non oltre), è ben rappresentato dalle telecronache Rai di Andrea De Luca in questo Giro d’Italia. Come scritto sulla pagina Facebook di SPORTinMEDIA, “si è ormai abbondantemente superato il confine tra “raccontare une evento, auspicando la vittoria italiana” (legittimo, normale) e “tifare spudoratamente per il beniamino di casa” (insopportabile)”.
IL REPORT CIO VISTO DAI MEDIA TRADIZIONALI
Ancora più emblematico, se vogliamo, è il commento della stra-grande maggioranza dei media sul report del CIO, riguardante le candidature di Milano-Cortina e Stoccolma-Are per le Olimpiadi invernali 2026. Leggendo giornali, siti e ascoltando i programmi televisivi e radiofonici, sembra che ormai l’Italia abbia in mano l’assegnazione dei Giochi. Stando ai media nostrani, infatti, nel suo report il CIO ha promosso a pieni voti la candidatura italiana e criticato (“bocciato” dice qualcuno) su più punti quella svedese. Nella rassegna stampa qui sotto ho ripreso i due principali quotidiani nazionali (Corriere e Repubblica) e due quotidiani locali interessati ai Giochi (La Provincia di Sondrio e Il Corriere delle Alpi-Belluno).




Praticamente in tutti i media vengono riportano gli stessi passaggi del report.
«Gli elementi chiave per qualsiasi Olimpiade di successo includono una chiara visione allineata agli obiettivi di sviluppo a lungo termine, un solido piano di azione, un sostegno costante da parte di tutti i settori e la migliore esperienza possibile per gli atleti. Milano-Cortina soddisfa tutti questi criteri». È quanto si legge sul report pubblicato della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. Se la candidatura italiana è promossa su tutti i fronti, quella svedese di Stoccolma-Aare è bocciata: «Mentre sono state fornite lettere di intenti, sono ancora da presentare le garanzie vincolanti per le nuove strutture: il villaggio olimpico di Stoccolma, l’ovale per il pattinaggio di velocità e le sedi del biathlon e dello sci di fondo».
Il Corriere delle Alpi
In tutti i media gli articoli sono costruiti con la stessa struttura:
- Elogi del CIO per Milano-Cortina 2026
- Critiche e bocciatura del CIO per Stoccolma-Are
- Elenco dettagliato delle criticità di Stoccolma-Are
Insomma, il prossimo 24 giugno, giorno in cui saranno ufficialmente assegnati i Giochi, l’Italia partirebbe in netto vantaggio sulla Svezia. Qualcuno si spinge addirittura a sostenere che sia già tanto che Stoccolma, prima di quella data, non ritiri la propria candidatura. Tutto perfetto, quindi: entusiasmo e attesa per i Giochi che, 20 anni dopo Torino 2006, potrebbero ritornare in Italia (e ne saremmo tutti felici, ovviamente).
Il problema, però, nasce quando qualcuno si prende la briga di andare a fondo nelle cose, scandagliando le 144 pagine del report CIO. Quel qualcuno si chiama Massimo Brignolo (Neveitalia), una delle poche persone in grado di valutare in modo oggettivo e distaccato i fatti, senza farsi condizionare da tifo e nazionalismo (in tal senso consiglio sempre il suo storico articolo sulla staffetta italiana a Lillehammer 1994).
… E IL REPORT CIO ANALIZZATO A FONDO
Nel caso di Brignolo, lo schema visto sopra – basato su qualche comunicato? – non regge. Meglio, si inserisce un ulteriore elemento, totalmente “dimenticato” dai media tradizionali: le criticità della candidatura italiana. Questo non significa affatto tifare contro o fare i gufi, ma semplicemente riportare i fatti, analizzare oggettivamente i contenuti, peraltro liberamente consultabili nel report.
Nel suo articolo Brignolo parla dei punti deboli della candidatura italiana:

- Costi e lavori per la pista Eugenio Monti di Cortina
- Opportunità e costi della realizzazione del tetto nella pista di pattinaggio velocità a Baselga di Pinè
- Opportunità di separare le località delle gare maschili e femminili di sci alpino (Bormio e Cortina)
- Calendario sci alpino e pattinaggio di figura
- Trasporti (strade e ferrovie) largamente insufficienti per raggiungere le 3 località principali (Cortina/Bormio/Val di Fiemme)
- Logistica e presenza atleti alle cerimonie d’apertura e chiusura
La chiusura dell’articolo, poi, è decisamente diversa rispetto a quella degli altri media:
Dalla lettura del rapporto, in conclusione, ne esce l’immagine di una candidatura non fortissima come spesso viene descritta, che potrebbe essere avvantaggiata rispetto a Stoccolma-Are solo in alcuni dei punti di analisi, in particolare per quanto riguarda il sostegno istituzionale, pagando qualcosa alla Svezia in altri punti come la tecnologia.
Massimo Brignolo – Neveitalia
A questo punto viene da chiedersi come sia possibile che solo un medium sia giunto a questa conclusione. Soprattutto, è corretto e professionale non riportare le criticità della candidatura? Criticità che, seguendo solo i media tradizionali, sarebbero rimaste totalmente nascoste e ignorate. In definitiva, è più grave non aver letto il report o averlo letto e, comunque, non aver riportato le criticità del progetto Milano-Cortina 2026? Ribadendo il massimo sostegno per la candidatura italiana, è doveroso rilevare come, ancora una volta, molti media abbiano preferito appoggiare una tesi precostituita, invece di andare a fondo e riportare i fatti, anche se scomodi. Oggettività questa sconosciuta.