Lo abbiamo sottolineato alla vigilia. Il Biathlon italiano – inteso come movimento complessivo – si gioca molto del suo futuro prossimo in questi Mondiali di Anterselva. Abbiamo visto già lo scorso anno come l’interesse mediatico nei confronti di questa straordinaria disciplina, sia in costante crescita, favorito anche dagli ottimi risultati degli azzurri (Wierer e Vittozzi in primis). Ad Anterselva 2020 si è arrivati, tuttavia, a uno snodo cruciale in cui – con le dirette (anche) su Rai Sport, i servizi sui vari TG sportivi e nazionali, le paginate di approfondimento sui quotidiani (vedi Gazzetta e Tuttosport degli ultimi giorni) – il biathlon è al centro dell’attenzione generale. Il paragone con il rugby di una decina di anni fa potrebbe essere considerato forzato, visto che stiamo parlando di un altro sport, con un’altra diffusione geografica e altri numeri a livello di praticanti. Inoltre, il boom del rugby partiva anche da una componente di “valori sportivi”, che si contrapponeva ai veleni calcistici post-Calciopoli. Tuttavia, nel caso del rugby, quel successo inaspettato, che portò a riempire gli stadi di tutta Italia (San Siro registrò il tutto esaurito in un test match contro gli All Blacks), a far accorrere media e sponsor, non fu gestito nel migliore dei modi, anzi. Non furono poste le basi per mantenere alto il livello di attenzione e non si riuscì ad allargare a dovere la platea degli appassionati “stabili”. Senza dimenticare quanto (non) fatto in ambito strutture e scuole-rugby. I risultati della nazionale, componente fondamentale per mantenere alto l’interesse, infine, sono stati mano a mano più scadenti (nel Sei Nazioni c’è una striscia aperta di 24 sconfitte consecutive!) e il rugby, ormai, è tornato nella sua nicchia, con spazi mediatici sempre più ridotti.
Tutto questo lungo paragone per dire che questi Mondiali casalinghi rappresentano per il biathlon azzurro un’occasione unica per entrare definitivamente nelle grazie e nei cuori degli italiani. Soprattutto di conquistare nuovi appassionati, allargando la propria fan base, creando così un circolo virtuoso con ricadute straordinarie per tutti gli attori in gioco.
IL SUCCESSO SU FACEBOOK
La cosa più interessante, comunque, è che su Facebook l’impatto a livello di interazioni del biathlon è già notevolissimo. Osservate questo dato sul post di celebrazione dell’argento della staffetta mista:
Oltre 4.500 like sulla pagina Facebook di Eurosport. Scorrendo la pagina, negli ultimi giorni solo le notizie legate a Kobe Bryant hanno raccolto più like. Questo post sul Biathlon ha raccolto centinaia di “mi piace” in più rispetto a quelli su Inter-Napoli, Milan-Juve, la presentazione della nuova Ferrari, ecc. Un dato estremamente interessante e indicativo di come il biathlon sia già estremamente seguito.
Anche sulla pagina Facebook di Rai Sport (che ha numeri inferiori rispetto a quella di Eurosport) il post sul secondo posto di Vittozzi-Wierer-Hofer-Windisch, ha registrato un impatto notevole a livello di like (anche in questo caso, superando nettamente i post sul calcio e su altri sport):
Insomma, il seguito social del biathlon è già nei fatti. Occorre perciò battere il ferro finché è caldo e per farlo, volenti o nolenti, i risultati diventano determinanti: gli azzurri hanno un’altra settimana abbondante di gare per far sognare i tifosi, avvicinarne altri e costruire una base di appassionati solida e durevole per il futuro. Futuro in cui talenti purissimi come Giacomel e Bionaz eviteranno la parabola mediatica del rugby (per la serie: lasciamoli crescere sereni, ma siamo messi bene anche per i prossimi anni).
Foto copertina da repubblica.it