Inauguriamo oggi una nuova pagina della rubrica, denominata MoneyBall ARENA, nella quale si cercheranno di approfondire le caratteristiche, le peculiarità, i servizi, i costi, le dotazioni tecniche di varie arene sportive.
Non solo stadi, ma anche palazzetti, strutture di allenamento, piscine, impianti di salto e chi più ne ha, più ne metta!
Iniziamo alla grande con un impianto storico e protagonista della prossima finale di Champions: Wembley
Nel mondo dello sport ci sono luoghi iconici che evocano imprese storiche, aneddoti, gesta scolpite nella leggenda.
Tra questi sicuramente c’è anche lo stadio di Wembley, che il 1 giugno ospiterà la 69ma edizione della finale di Champions League, l’ottava che si gioca nell’impianto situato a Ovest di Londra, trasmessa in diretta da Sky Sport e Canale 5.
Un posto magico, anche per noi italiani, che non dimenticheremo la mitica vittoria dell’Italia del 1973 con gol di Fabio Capello e nemmeno la beffarda sconfitta del 1992, subìta dalla Sampdoria proprio in una finale di “Coppa Campioni” ad opera del Barcellona.
L’ultimo atto è stata ovviamente la finale di Euro 2020, con la vittoria degli Azzurri sui padroni di casa.
Nel 1976 si “giocò” anche una fantomatica Inghilterra-Italia di fantozziana memoria, di cui si ricorda soprattutto un palo clamoroso di Pulici e la mitica “Nuca di McKinley” (per un approfondimento leggete questo articolo pubblicato su eurosport.it), che da anche il titolo ad una delle rubriche di questo sito.
Ma la struttura che si appresta ad accogliere la sfida tra Borussia Dortmund e Real Madrid non è più lo stessa. Lo stadio è stato completamento rinnovato e trasformato in modo da farlo divenire un’arena moderna e all’avanguardia sotto molti punti di vista.
L’impianto gode di ottime strutture e servizi per i media, un terreno di gioco di prima qualità, esperienze premium per i tifosi, il tutto in un quartiere Londra completamente rigenerato e ripensato attorno allo stadio stesso.
Ma andiamo con ordine.
UN PO’ DI STORIA DEL WEMBLEY STADIUM
Wembley era conosciuto come l’“Empire Stadium” (“Stadio dell’Impero”). È stato inaugurato nel 1923 e doveva costituire l’opera principale della “British Empire Exhibition”, una sorta di EXPO limitato a tutti i paesi allora facenti parte dell’Impero Britannico, tenutasi proprio a Londra (e non poteva essere altrimenti!) tra il 1924 e il 1925 (si parla di un numero di visitatori pari a 27 milioni).
Da allora è stato il simbolo del calcio inglese nel mondo, casa esclusiva dei Leoni d’Inghilterra, che lì hanno giocato tutte le loro partire casalinghe fino al 2000.
Nell’immaginario popolare poi Wembley è anche l’iconica sede di tantissimi concerti rock (da quello dei Queen al LiveAid, e tanti, tanti altri).
La vecchia struttura era caratterizzata dalla presenza di due imponenti torri gemelle, che però hanno lasciato il posto a un altrettanto simbolico e iconico arco, progettato dallo studio Foster + Partners.
La capienza è di circa 90.000 spettatori.
STRUTTURE PER I MEDIA: SALE, MONITOR, STUDI TV
Lo stadio di Wembley è dotato di strutture multimediali di ultima generazione che permetteranno agli operatori dei vari media presenti ed ai giornalisti di lavorare in un ambiente confortevole e dotati di tutte le soluzioni tecnologiche necessarie.
La tribuna stampa ha una capienza di 186 posti a sedere e gode di un’ottima visibilità sul campo. Ogni posto è dotato di una connessione internet ad alta velocità e di prese di corrente, oltre a comodi monitor LCD su ogni postazione. A fianco si trova la sala stampa, con una lounge e una sala di lavoro con 100 connessioni internet cablate, dotata di wifi. Essendo una struttura ben pensata per facilitare il lavoro dei giornalisti, accanto alla sala stampa, si può accedere direttamente alla “mixed zone” e alla sala conferenze.
Sono presenti anche delle sale riservate ai fotografi, facilmente accessibili dal campo tramite un tunnel. Inoltre, sempre ai fotografi sono concesse delle postazioni cablate a bordo campo.
Lo stadio dispone inoltre di due studi televisivi di 60 m e ben 38 banchi per il commento. Vi è un’area interna dedicata alle TV di 1882 m², tutta cablata e già pronta per le esigenze dei vari broadcaster.
Un’astronave.
UN NUOVO MANTO ERBOSO: LAY & PLAY
Per poter essere fonte di profitto, al giorno d’oggi un impianto deve anche avere soluzioni utili e veloci per adattarsi alle varie tipologie di eventi ospitati. All’epoca Wembley non fu pensato con un terreno mobile, come hanno oggi il Santiago Bernabèu o lo stadio del Tottenham, e ciò ha comportato una serie di problematiche legate alla preservazione del manto erboso e alla contemporanea organizzazione di eventi “impattanti” sul terreno di gioco, come i concerti.
Solo dall’agosto del 2023, Wembley si è dotato di una nuova tecnologia che consente all’impianto di essere pronto a ospitare le partite di calcio dopo i concerti circa sette volte più velocemente di prima (5 giorni invece di 5 settimane!).
È stato infatti installato un campo in erba ibrido chiamato “Lay and Play“, coltivato fuori sede, in una fattoria a centinaia di chilometri di distanza dallo stadio. Si tratta di una tecnologia che ha richiesto ben tre anni di ricerca e sviluppo (in circa 60ore sono stati posati ben 720 rotoli, lunghi 10 metri e larghi 1,2 m).
Il campo di Wembley è unico e ha requisiti molto precisi. Prevede una miscela specifica di sole, acqua, sostanze nutritive e impiega 14 settimane per rimettersi in perfetta forma. Anche il piano di concimazione è personalizzato in base alle esigenze.
Quando vi è la necessità, il manto erboso viene smantellato e riportato alla fattoria, dove viene rigenerato, mediante anche il recupero delle componenti chimiche e non biodegradabili, quali la plastica, in modo che l’intero processo sia sostenibile al 100%.
MEMBERSHIP: l’esperienza VIP
Il “Club Wembley” porta l’esperienza a un livello superiore: si tratta dell’offerta premium, in abbonamento, che assicura agli spettatori benefit unici, dietro il pagamento di un cospicuo prezzo…
L’iscrizione al Club Wembley garantisce i posti migliori per le partite più importanti della stagione, tra cui la finale della FA Cup e le partite della squadra nazionale, nonché concerti musicali, NFL, All Elite Wrestling e altro ancora. (a lato la storica partita di regular season NFL tra New Orleans Saints e Miami Dolphins, del 2007)
Oltre a un’incredibile visione dell’azione, i pacchetti di abbonamento offrono esperienze culinarie “impareggiabili” (così sono definite nel sito dedicato www.clubwembley.com).
I prezzi per l’iscrizione variano a seconda delle esigenze e vanno da un minimo di £ 2.640 (€ 3.070) per l’Inner Circle, fino ad oltre £ 42.000 (€ 49.000) per l’affitto di un box privato.
I posti a sedere del Club Wembley sono considerati i migliori che lo stadio possa offrire, situati accanto al Royal Box, e permettono anche di stare vicino ai giocatori in occasione delle premiazioni.
Si tratta di soluzioni simili a quelle raccontate anche in occasione del primo articolo di questa rubrica, parlando del Mercedes Stadium di Atlanta, dove abbiamo visto come anche lì operi un meccanismo chiamato Personal Seat License (PSL), una sorta di abbonamento a cui sono collegati dei privilegi, ma non il biglietto dell’evento (!), che resta a parte.
L’iscrizione al premium Club accorda un accesso prioritario per l’acquisto di biglietti per tutti gli eventi. C’è inoltre anche un programma di eventi “esclusivi per i membri”, denominato “Connections”, che prevede incontri con leggende del calcio, partite di golf su campo di altissimo livello, cene negli spogliatoi di Wembley e l’accesso a una sessione di allenamento dell’Inghilterra.
È chiaramente un modo per attrarre i clienti più facoltosi, con un’offerta “non per tutti”, ma sicuramente di grande pregio.
WEMBLEY ROAR: L’IMPATTO SONORO NON E’ UN DETTAGLIO
L’atmosfera all’interno di uno stadio è un dettaglio non da poco.
In Italia, sulla questione “San Siro” spesso si è detto che il fascino dello stadio milanese, che Inter e Milan vorrebbero abbandonare, sta anche nell’atmosfera che si può provare all’interno dell’impianto.
Anche il vecchio Wembley era famoso proprio per l’impatto sonoro – il cosiddetto “Wembley Roar” – e, allora, il team di progettazione ha utilizzato sofisticati modelli computerizzati per ricreare la stessa acustica nel nuovo stadio. In particolare, sono state utilizzate le registrazioni del pubblico durante la finale della FA Cup del 1999 e una partita Inghilterra-Polonia del 2000.
Inoltre, risolta la questione dei pilastri che dagli spalti impedivano parzialmente la veduta del campo (com’era per il vecchio Romeo Menti di Vicenza…), gli architetti hanno cercato di disporre gli spalti in modo tale che tutti si sentissero vicini all’azione.
WEMBLEY PARK
Wembley Park è stato uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana del Regno Unito, con la creazione di un vivace centro residenziale e di spazi commerciali per ridare vita all’intera zona.
In pratica, con la ristrutturazione dello stadio, si è colta l’occasione per dare nuova vita a tutto il quartiere. Sono state create zone residenziali moderne, negozi, aree gioco, locali di intrattenimento, il tutto collegato dall’omonima e storica stazione della metro “Wembley Park”, distante solo 15 minuti dal centro della capitale.
Anche questo contribuisce a creare un’esperienza sportiva piacevole, in un ambiente confortevole, raggiungibile comodamente con i mezzi pubblici.
Da noi si fatica a trovare qualcosa di simile, principalmente perché mancano le strutture. Lo sappiamo, in Italia ci sono pochi impianti all’altezza (stadi e palazzetti), anche se qualcosa si sta muovendo.
Tanti sono stati i proclami di questa o quella amministrazione comunale, ma finora nessuno ha veramente colto l’opportunità di ricostruire e rigenerare una parte della propria città, sfruttando l’effetto traino di una struttura sportiva (lo si doveva fare con San Siro…).
Nei prossimi mesi proveremo magari a capire quali sono le eccellenze nostrane e faremo un confronto per capire quanto ci manca per essere competitivi anche sotto il profilo degli impianti (Spoiler: tanto!).
Intanto: buona finale!
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).