Negli ultimi mesi, alcuni lettori (ringrazio Simone Cecchetto e Alessandro Brugnolo per i suggerimenti) mi hanno chiesto di dedicare un approfondimento all’Intuit Dome, l’impianto nuovo di zecca, che da qualche settimana è divenuto la sede dei Los Angeles Clippers, franchigia NBA, nota ai più perché, fondamentalmente, non ha mai vinto nulla.
Eccovi accontentati!
Intuit Dome: La Nuova Casa dei Clippers
Se pensate ai Los Angeles Clippers infatti, probabilmente vi vengono in mente frasi del tipo “l’eterna seconda squadra di LA“, “i cugini poveri dei Lakers”, e in parte non possiamo darvi torto, perché nella loro storia non hanno collezionato alcun anello, a differenza dei ben più blasonati cugini, con ci hanno finora condiviso il palcoscenico dello Staples Center (ora Crypto.com Arena).
Ma finalmente, nel 2024, hanno deciso di cambiare pagina e dare una svolta alla loro storia: è arrivato l’Intuit Dome.

Un Investimento Colossale per il Futuro
L’Intuit Dome non è solo un’arena sportiva: è un “manifesto di ambizione”. Per costruirla, sono stati investiti circa 1,2 miliardi di dollari. Sì, avete letto bene: miliardi.
Questo faraonico progetto è stato interamente finanziato dal proprietario dei Clippers, Steve Ballmer, ex CEO di Microsoft, che non ha badato a spese per dare ai suoi tifosi un luogo che potessero davvero chiamare “casa”.
Ballmer, fra i più ricchi proprietari di squadre sportive professionistiche, con un patrimonio netto superiore a 125 miliardi di dollari, ha acquistato i Clippers nel 2014.
Dal suo insediamento ha pensato subito di dotare la squadra di una propria arena e, dopo la fase di progettazione, a posto in essere velocemente i propri intenti, tanto che, dall’inaugurazione al taglio del nastro, ci sono voluti poco meno di 37 mesi.
È stata pensata e costruita principalmente come un’arena dedicata a un solo sport: il basket. Non è infatti previsto una condivisione con altre discipline, se non forse per eventi estemporanei.
L’idea: un palazzetto per i tifosi e dove “sentire” i tifosi
Il pensiero di Balmer era quello di regalare ai Clippers un quartier generale, una struttura unica, che potesse valorizzare l’apporto dei tifosi, un po’ come nei palazzetti e negli stadi europei.
Per creare un’intensità “da playoff”, l’arena doveva essere stretta e intima. Quindi, in controtendenza rispetto agli altri impianti moderni, sono state limitate le suite e quelle aree riservati a pochi tifosi VIP, ma un po’ dispersive.
Pensate che i posti più in alto sono ben 16 metri più vicini al campo rispetto ai seggiolini più lontani della Crypto.com Arena, casa condivisa con i Lakers per 25 anni.
Balmer voleva ottenere un’atmosfera simile a quella che si percepisce durante le partite del College basket, non consueta per le arene NBA, eccezion fatta forse per Indiana e Utah durante i playoff.
Un dettaglio interessante, sintomo dell’attenzione scrupolosa per i tifosi, riguarda poi i cannoni “spara gadget”, che sono stati posizionati in alto, sopra lo schermo LED, in modo da poter raggiungere tutti i fans nell’arena, così che nessuna venga escluso!

The Wall, il muro del tifo
Un’altra caratteristica importante è costituita da “The Wall“, come i Clippers hanno chiamato le 51 file situate dietro un canestro e la linea di fondo, vicino alla panchina avversaria.
Si tratta di una ripida ed intimidatoria sezione del palazzetto, riservata solo agli irriducibili che hanno acquistato l'”Ultimate Wall Pass” prima dell’inizio della stagione. Durante una delle loro visite a vari impianti sparsi per il mondo, i Clippers si sono ispirati al Signal Iduna Park in Germania, dove i tifosi del Borussia Dortmund formano il famoso “Muro Giallo“, per creare un ambiente indimenticabile.
Regole e caratteristiche per questo settore:
• vietato indossare la divisa dell’avversario
• non si può tifare per la squadra avversaria
• i biglietti vengono rivenduti solo nello store ufficiale dei Clippers.
• disponibile un apposito abbonamento a partire da $ 5.000 fino a $ 25.000/stagione
Fan Experience e creazione di un pubblico di “appassionati”
Ma anche l’esperienza dei fan era importante. Infatti si è pensato di dotare l’impianto di sedili molto comodi, fornendo anche spazio extra per le gambe all’interno del corridoio.
Inoltre, i tifosi hanno quattro pulsanti sul bracciolo, in una posizione simile a quella di “X, A, B e Y” su un controller Xbox. Ogni sedia ha delle luci che possono cambiare colore, creando un fantastico effetto visivo nell’arena.


Durante i timeout o gli intervalli, lo schermo LED dell’arena (Halo Board) presenta minigiochi e attività per il pubblico. I vincitori vengono subito individuati e premiati per le risposte esatte.
Grazie a dei sensori e microfoni presenti sui sedili, possono essere premiati anche i fan per aver tifato “più forte” in determinati momenti della partita. Pazzesco.
Per altro verso, si sono cercate anche varie soluzioni per incrementare e fidelizzare la cosiddetta “fandom”, il vero gruppo di appassionati.


Ecco l’idea furba dei Clippers di adornare le pareti dell’atrio con le maglie da basket di tutte le high school della California: non solo di Los Angeles, ma dell’intero stato.
Secondo lo staff dell’ufficio pubbliche relazioni dei Clippers, il conteggio finale è stato di 1.560 maglie allineate su otto pareti.
“Si tratta davvero di creare un sentimento di appartenenza“, ha detto Zucker – presidente delle operazioni commerciali della squadra.
Si punta a coinvolgere il tifoso e, sicuramente, il vedere la maglia della propria alma mater appesa con orgoglio alle pareti, non può che generare empatia, oltre che fidelizzazione.
Tecnologia e cashless
L’atmosfera high-tech non si limita al campo. Si estende anche all’atrio e ai negozi di merchandising.
Collaborando con AiFi, una piattaforma di shopping basata sull’intelligenza artificiale, i Clippers si sono dotati di oltre 40 stand senza cassa, un po’ come funziona negli store fisici di Amazon (Amazon Go).
I fan possono facilmente scaricare un’app, creare un account e impostare il proprio metodo di pagamento prima di arrivare alla partita. Il riconoscimento facciale consente loro di entrare, prendere qualsiasi articolo dallo scaffale e uscirne all’istante senza fisicamente “metter mano al portafoglio”. Vengono addebitati direttamente sulla carta di credito i costi di quello che viene preso.

Il cibo e i popcorn scelti da Stephen Curry!
Anche con riferimento all’offerta di cibo, i Clippers si sono voluti distinguere, imponendosi la regola che tutto fosse cucinato direttamente all’interno della struttura.
Le arene NBA hanno una media di sei cucine, che forniscono tutto il cibo ai vari stand. All’Intuit Dome, ogni singolo negozio ha una cucina annessa: ci sono 31 cucine in totale sparse in tutto il palazzetto, più di cinque volte la media.
Benché Ballmer sia un fan di hamburger ed hot dog, ha deciso anche di avvalersi di un “intenditore” di popcorn per determinare quale marca utilizzare, considerando che qualche anno prima i popcorn dello Staples Center (loro precedente arena) erano stati giudicati i peggiori della NBA.
Quell’esperto di popcorn è il quattro volte campione NBA Stephen Curry, che ha aiutato i rivali Clippers scegliendo tra cinque diversi tipologie di popcorn: “quindi – ha detto Balmer – se non vi piacciono potete prendervela con Steph!”.
La struttura, le facilities, con un occhio di riguardo anche per gli avversari
Complessivamente, l’Intuit Dome dispone di 8.000 metri quadri di strutture di allenamento e centri di supporto medico, più del doppio delle dimensioni dell’Honey Training Center di Playa Vista, dove i Clippers si allenavano precedentemente.
Ça va sans dire, l’ufficio di Ballmer gode di una vista su tutto il complesso.
Tuttavia, non è stata data priorità solo alla squadra di casa. Le squadre ospiti hanno infatti il loro “campus” riservato, che non ha precedenti in un impianto sportivo professionistico.
Anche il loro spogliatoio è enorme, tre volte più grande della maggior parte degli spogliatoi NBA, dotato di ogni comfort, come vasche idromassaggio, un centro di allenamento e una palestra riservati. Ci sono spazi e uffici per gli allenatori, tra cui una stanza separata per le donne dello staff.
Un segno di grande sensibilità e rispetto per l’avversario, almeno fuori dal parquet.

Dove si trova l’Intuit Dome
Sorge a Inglewood, nella contea di Los Angeles, a pochi passi dal SoFi Stadium, la casa dei Los Angeles Rams e dei Chargers. La zona è in piena espansione: da area semi-periferica a polo nevralgico dello sport e dell’intrattenimento di Los Angeles. Oltre agli stadi, ci sono piani per nuovi negozi, ristoranti e spazi verdi, trasformando l’area in un vero e proprio distretto dello svago (ne abbiamo parlato qualche puntata fa, con riferimento a COSM).
I Punti di Forza dell’Intuit Dome
- Capienza e Comfort: L’arena può ospitare 18.000 spettatori, con sedili progettati per garantire la massima comodità. Ogni posto è stato studiato per offrire una visione ottimale del campo.
- Comfort Moderni: Gli spettatori possono godere di ampie lounge con posti a sedere di lusso, aree ristoro con menù gourmet, e spazi dedicati al relax.
- Sostenibilità: è stato costruito con un occhio attento all’ambiente. L’arena punta a ottenere la certificazione LEED Platinum, utilizzando energia rinnovabile e riducendo al minimo i rifiuti.
- Gestione delle Code: un’attenzione particolare è stata dedicata all’ottimizzazione delle code per i bagni e i punti ristoro. Grazie a un sistema avanzato di monitoraggio e analisi dei flussi di pubblico, supportato da intelligenza artificiale, l’arena garantisce tempi di attesa ridotti al minimo. Le toilette sono distribuite strategicamente in tutta la struttura, con indicatori digitali in tempo reale che mostrano la disponibilità dei servizi.
- Tecnologia Avanzata: l’impianto è dotato di schermi LED ad alta definizione ovunque, con un megaschermo centrale che garantisce un’esperienza visiva senza pari. Inoltre, i tifosi possono godere di connessioni Wi-Fi ultraveloci e un’app dedicata per ordinare cibo, trovare posti e seguire statistiche in tempo reale.
- “Wall of Sound”: l’Intuit Dome ha un sistema audio surround che garantisce un’acustica perfetta, sia per le partite che per i concerti.
- Sky Deck: una terrazza panoramica che offre una vista spettacolare su Los Angeles, perfetta per rilassarsi prima o dopo una partita.

Non Solo Basket
L’Intuit Dome non sarà solo il tempio dei Clippers, ma anche un punto di riferimento per eventi extrasportivi. Concerti, convention, fiere e spettacoli di vario genere saranno ospitati in questo spazio versatile e all’avanguardia. La modularità della struttura permette di adattarsi a qualsiasi tipo di evento, rendendola un luogo polifunzionale.
Ospiterà l’All-Star Game NBA 2026 e sarà uno degli impianti per il basket ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028.

In conclusione, l’Intuit Dome rappresenta un nuovo capitolo per i Clippers e i loro tifosi. Forse non sarà l’immediato antidoto alla “maledizione dei cugini”, ma è sicuramente un primo passo verso un futuro più luminoso. Chissà, magari tra qualche anno non parleremo più di “eterna seconda squadra di LA” ma di “campioni“, chissà…
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).
Complimenti per l’approfondimento, mi permetto però di segnalare che non è corretto dire che i Los Angeles Clippers non abbiano vinto nulla. Non hanno vinto il trofeo Larry O’Brien (al pari di altre franchigie NBA), ma hanno vinto tre titoli di divisione, l’ultimo dei quali l’anno scorso, con un ottimo record stagionale.
Ti ringrazio! L’osservazione è corretta, l’affermazione dell’articolo voleva porre l’accento sul fatto che nelle logiche NBA, di fatto, conta solo vincere l’anello e, da questo punto di vista, i Clippers non sono nemmeno arrivati mai in finale.
Come scritto nella conclusione, chissà che questa tradizione negativa possa essere presto interrotta!
Capisco il tuo punto di vista. Ovviamente non volevo contestare il tuo articolo, ma stigmatizzare le logiche NBA palesemente tossiche. Seguendo detto ragionamento (ritengo che l’anello sia paragonabile alla Coppa dei Campioni/CL), si arriverebbe al paradosso di considerare perdenti squadre come Roma e Lazio.