Martedì 15 settembre ha debuttato in edicola Domani, il nuovo giornale edito da Carlo De Benedetti e diretto da Stefano Feltri. Come per tutte le nuove iniziative editoriali – a maggior ragione in un periodo di crisi pressoché irreversibile dei quotidiani – sono arrivati molti “in bocca al lupo” da parte di giornalisti, politici e lettori. Non mi soffermo sull’analisi del nuovo quotidiano, che ha una foliazione molto contenuta (ieri 20 pagine, oggi 16) e un costo molto più basso rispetto alla media (1€). In questo senso vi rimando all’articolo di Wired:
Al di là delle considerazioni sulla necessità di un nuovo giornale – Domani nasce dalla battaglia interna alla famiglia De Benedetti, con la cessione di Repubblica agli Elkann e il vano tentativo dell’Ing. di tornare al comando del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari – mi ha molto colpito un aspetto: per Domani lo sport non esiste. Zero, nessun articolo, nessun riferimento né nella versione cartacea, né in quella online. Non si tratta di una scelta inedita, ma onestamente mi sembra quantomeno curioso che un quotidiano si disinteressi completamente di un settore fondamentale per milioni di persone. Un settore peraltro sempre più legato ad altre attività fondamentali come scuola, lavoro ed economia.
Proprio per la sua caratteristica di giornale nuovo e moderno, Domani avrebbe anzi potuto sperimentare un approccio diverso verso lo sport e la sua narrazione. Magari staccandosi dalla massa del “calcio+calciomercato”, magari coinvolgendo qualche giornalista o commentatore sportivo in grado di incuriosire, ragionare, di fare opinione. Qualcuno per cui gli appassionati spendano volentieri 1€ per leggere le sue considerazioni. Qualche esempio? Scorrete l’elenco degli ospiti di Sport in Media Live Stream e ditemi se non vi farebbe piacere leggere qualche loro articolo o editoriale. E ovviamente non sono i soli a poter “illuminare la scena”.
Per la parte che interessa a Sport in Media, quindi, si può dire solo una cosa di Domani: un’occasione persa, almeno per ora.
