Continua la crescita inesorabile dei sistemi OTT a scapito degli abbonamenti alla pay-TV. In sintesi è quanto emerge dallo studio a livello europeo ribattezzato European Pay-TV Index e svolto da Strategic Analytics. Nel 2018 in UK, ben 424.000 famiglie hanno disdetto il loro abbonamento a una Pay-TV. Una tendenza già ben radicata negli USA, precursori in vari campi e in atto, seppur in modo più contenuto, anche in Germania, Danimarca e Svizzera. In controtendenza, invece, altri mercati, considerati meno maturi come Russia, Spagna, Francia e Polonia.
Come riportato dal portale Eurosat, “il numero di abbonamenti alla pay-TV in tutta Europa è leggermente aumentato nel 2018, raggiungendo i 128,5 milioni. Ma la percentuale di crescita dell’1,3% è quasi dimezzata rispetto rispetto al 2,2% dell’anno precedente. Questo trend suggerisce che gli abbonamenti cominceranno a diminuire in tutto il continente entro i prossimi due anni“.
Per quanto riguarda l’Italia, uno studio del 2018 realizzato da EY su commissione di Sky, Vodafone, Discovery e Mediaset, ha stimato in 5,2 milioni gli abbonamenti OOT Pay, 4 milioni i sottoscrittori unici, per una platea complessiva di utenti a quota 8,3 milioni. Nel dettaglio, il 65% della base utenti totale è utente solo di OTT free – da RaiPlay, Mediaset Play, DPlay, YouTube – il 12% si dichiara utente esclusivo di OTT Pay e il 23% di entrambe le modalità. Interessante anche il dato sui mezzi di fruizione: il dispositivo preferito dal 60% degli intervistati è la SmartTV, il 15% utilizza lo smartphone, il 17% il PC e l’8% un tablet.
Numeri che confermano una crescita impetuosa delle piattaforme OTT. Non a caso, le pay-TV storiche come Sky si sono mosse già da tempo per offrire servizi On Demand e per differenziare i loro canali (vedi acquisizione Premium e sbarco sul digitale terrestre).