Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 ORE”, la Rai avrebbe deciso di adire alle vie legali con Sky per i diritti in chiaro della Champions League.
Secondo quanto risulta a Radiocor, Viale Mazzini ha presentato qualche giorno fa un decreto d’urgenza preventivo ex articolo 700 al Tribunale di Milano perché le sia riconosciuto il diritto a esercitare le opzioni previste dal contratto siglato un anno fa con Sky e perché sia impedito a Sky di negoziare un nuovo contratto con altri operatori: oggetto del contendere le partite in chiaro della Champions League.
Il Sole 24 ORE
IL DIRITTO D’OPZIONE
Tutto ruota attorno all’interpretazione di una clausola del contratto, siglato lo scorso anno, tra Sky e Rai. Viale Mazzini si era garantita la partita in chiaro del mercoledì della Champions League 18/19, con opzione per la prossima stagione. Proprio questo diritto d’opzione è al centro della questione – a questo punto giudiziaria – tra le parti. Secondo Sky questa opzione non sarebbe più esercitabile poiché sarebbe scattata solo nel caso in cui Sky avesse ottenuto i diritti in esclusiva della Serie A (cosa non avvenuta, con DAZN che trasmette 3 partite a giornata). Secondo la Rai, invece, il diritto d’opzione permane. Ecco la nota di Sky: “Siamo stupiti della decisione della Rai con la quale abbiamo sempre intrattenuto ottimi rapporti collaborativi. In ogni caso siamo pienamente confortati dai pareri dei nostri legali». L’udienza sul decreto d’urgenza è in programma nelle prossime settimane.
MEDIASET
Nel frattempo, come riportato da alcuni quotidiani (La Gazzetta e Libero, vedi sotto), sembra che dietro a questo scontro legale, ci sia (anche) la trattativa – molto avanzata – tra la stessa Sky e Mediaset, decisa a riprendersi i diritti in chiaro della Champions, con un investimento più ampio rispetto a quello della Rai. Mediaset, infatti, vorrebbe sub-acquistare, oltre al mercoledì, anche i diritti in chiaro per la partita del martedì (con relativa trasmissione di approfondimento), per le prossime due edizioni. Dal punto di vista economico e commerciale, è evidente che a Sky convenga questo tipo di soluzione. La Rai, infatti, al di là della questione legale, a causa delle solite lungaggini politico-amministrative, ha ritardato molto l’esercizio dell’opzione.